Nel 2011 le Nazioni Unite lanciano il Decennio per le azioni per la sicurezza stradale. Nel settembre 2015 sempre alle Nazioni Unite c’è il lancio degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs): nell’ambito dell’obiettivo 3 “Garantire una vita sana e promuovere il benessere per tutti a tutte le età”, il target 3.6 torna sul punto e indica come obiettivo quello di dimezzare entro il 2020 il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali. Quello della sicurezza stradale non è quindi un problema esclusivamente italiano o romano se preferiamo, ma mondiale come ben evidenziano queste iniziative al massimo livello.
Intanto però dieci anni sono ormai quasi trascorsi, siamo vicini al 2020, e l’Istat nei suoi focus sugli incidenti in Italia e nel Lazio ci ricorda che Roma nel 2016, con le 105 vittime su strade urbane e le 35 su strade extraurbane, rispetto alle 3.283 del totale italiano, detiene il triste primato negativo di morti avvenute a livello nazionale, pari al 4,3% del totale. Il tasso di mortalità stradale è quindi elevato, pari a 4,9 vittime ogni 100mila abitanti, sebbene in diminuzione del 23% rispetto al 2010; fra le vittime, si contano 87 conducenti, 38 pedoni e 15 passeggeri. Nel complesso, gli incidenti a Roma sono stati 13.241, di cui 11.611 sulle strade urbane e 1.630 su quelle extraurbane, e hanno provocato 17.306 feriti, pari a 1,3 per incidente e 603 ogni 100mila abitanti.
Per un confronto tra le grandi città possiamo scomporre il tasso di mortalità stradale (morti / residenti) in tre fattori: l’indice di gravità degli incidenti (morti / incidenti), il rischio di coinvolgimento in incidenti (incidenti / veicoli) e il tasso di motorizzazione (veicoli / residenti). Roma ha un tasso di mortalità (come detto 4,9) maggiore rispetto a Milano (3,7), Napoli e Torino (3,1), come risultato di un tasso di motorizzazione simile alle altre metropoli (0,7-0,8), un rischio di coinvolgimento in incidenti (5,6 incidenti ogni 1000 veicoli) elevato rispetto a Napoli (3,2) e Torino (4,3) ma inferiore a Milano (9,6), e un indice di gravità degli incidenti (1,1 morti ogni 100 incidenti) poco più basso di Napoli (1,3) ma superiore a Torino (0,9) e quasi il doppio di Milano (0,6); ne consegue che gli incidenti a Roma sono meno frequenti di Milano ma più gravi, più frequenti di Napoli ma meno gravi. Tuttavia, questo dato si ridimensiona in parte se consideriamo solo gli incidenti sulle strade urbane, poiché l’estensione del territorio comunale romano comprende ampie aree extraurbane e lunghi tratti autostradali a differenza delle altre metropoli italiane: l’indice di mortalità stradale urbana a Roma è pari a 3,7 ogni 100mila abitanti, di poco superiore a Milano (3,4), Torino (3) e Napoli (2,8).
Il dato romano, per quanto sintomo di un problema grave e persistente, come al solito non consente di leggere le differenze presenti nel vasto territorio comunale di Roma, e pertanto la nostra #mapparoma23 mostra il dettaglio per le 155 zone urbanistiche in cui è suddivisa la città, con un’attenzione particolare sulle strade dove avvengono gli incidenti più che sui quartieri. Utilizziamo i valori assoluti perché rapportarli alla popolazione residente di ogni zona urbanistica sarebbe fuorviante, visto che chiaramente gli incidenti avvengono tra veicoli circolanti in tutta la città, non solo di quel quartiere specifico. I dati sono sempre del 2016, ma di fonte Roma Capitale per avere la disaggregazione territoriale, per cui rispetto ai dati Istat sopra ricordati è differente l’insieme degli incidenti considerati (che comprende tutti quelli che si sono verificati, anche senza feriti, in cui è intervenuta la polizia municipale), e quindi il totale delle vittime registrate (89 invece che 140).
La mappa in basso a sinistra mostra invece il numero di feriti, che come lecito attendersi si distribuisce in maniera simile rispetto agli incidenti, con i valori più elevati sia nelle zone più centrali, attrattive e congestionate della città, sia in quelle periferiche lungo le principali arterie stradali. Tra le prime prevalgono anche in questo caso Esquilino (371 feriti nel 2016), Della Vittoria (234) e Centro Storico (232), oltre ad Aurelio Sud (211) e Garbatella (200); tra le seconde Eur (316), Primavalle (301), Centocelle (263), Torre Angela (260), Val Cannuta (246) e Borghesiana (202). Analogamente agli incidenti, 10 feriti o meno si sono registrati a Castel Romano, Santa Palomba, Tor Fiscale, Santa Maria di Galeria, Bufalotta, Appia Antica Sud e Massimina.
Infine, in basso a destra è riportato il numero dei feriti in bicicletta che presenta dei picchi nelle zone centrali della città e lungo alcune strade sia dentro che fuori dal GRA: 4 feriti nel Centro Storico, 3 a Esquilino, Trastevere e Infernetto (lungo la Colombo), 2 a Tuscolano Sud (tra le vie Tuscolana e Appia Nuova), Gordiani (lungo la via Prenestina) e Settecamini (lungo la via Tiburtina), un solo ferito in altre 25 zone.
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Fonte: elaborazione su dati Roma Capitale
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