LA LOTTA CONTRO LE MAFIE È INNANZITUTTO UN ESERCIZIO DI PARTECIPAZIONE COLLETTIVA

Si è tenuto ieri, lunedì 18 giugno, l’incontro dei rappresentanti della Rete Numeri Pari presso la Commissione Patrimonio del Comune di Roma, per discutere il futuro regolamento sui beni confiscati alle mafie, una risorsa preziosa ed essenziale per il contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso che consente da più di vent’anni di utilizzare socialmente i beni sottratti, colpendo il potere economico dei clan, oggi sempre più pericoloso per lo sviluppo dei nostri territori e in particolare nella Capitale d’Italia.

 

Dopo un confronto approfondito sulle modifiche del futuro regolamento di Roma Capitale in materia di gestione dei beni confiscati alle mafie, le principali proposte delle reti sociali, dei sindacati e delle associazioni sono state accolte, fatta eccezione per alcuni punti su cui vi è l’impegno ad un lavoro di confronto. Proposte che verranno quindi incluse nel testo presentato in aula giovedì 21, e che hanno consentito di migliorare il testo sotto tanti punti di vista.

 

Si restringono, per esempio, le possibilità lucrative sui beni confiscati, ampliando le possibilità di utilizzo sociale anche all’accoglienza territoriale integrata di persone con status di rifugiato e richiedenti asilo. Si amplia la possibilità di partecipazione al bando per tutti i soggetti sociali, eliminando i passaggi penalizzanti per quelle realtà che possano aver avuto contenziosi con l’amministrazione. Sono migliorati gli impegni di trasparenza e monitoraggio del riutilizzo dei beni e, ancora, si estendono le durate delle concessioni fino a 12 anni di affidamento possibili.

 

Non si è invece raggiunto un pieno accordo sulla richiesta di una consulta cittadina sui beni confiscati alle mafie, su cui rimane l’impegno reciproco a un confronto aperto con l’amministrazione per la definizione di uno strumento efficace e inclusivo di partecipazione che consenta ad associazioni, reti e movimenti di contribuire attivamente ad un percorso così importante di antimafia collettiva.

 

Un passo avanti importante per tutti e tutte, dunque, grazie all’impegno delle associazioni e delle realtà che con forza hanno richiesto all’amministrazione un confronto per migliorare il testo: sono  presidi antimafia, cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, movimenti di donne, sindacati, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, associazioni, movimenti studenteschi, che ogni giorno sono presenti e attive sul territorio in forme di impegno sociale e di antimafia, e che già oggi si impegnano concretamente anche sul fronte del riutilizzo dei patrimoni dei clan.

 

Il 21 giugno sarà, quindi, un momento importante di riscossa della città, e saremo presenti in aula Giulio Cesare per testimoniare l’impegno di questi anni sul fronte della lotta alle mafie e alle disuguaglianze, sociali, economiche, di genere, culturali e geografiche. Questioni strettamente collegate che vanno affrontate avendo come bussola la Costituzione e la giustizia sociale, e che trovano oggi nuovi e preziosi strumenti che devono vivere nelle buone pratiche di istituzioni e corpi associativi, per far vivere pienamente uno strumento fondamentale di antimafia sociale come la legge 109/96, che porta oggi i frutti della lotta e dell’impegno di tanti e tante.

 

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