Un colpo al cerchio ed uno alla botte: così si può sintetizzare l’esito del terzo incontro che abbiamo avuto con l’assessora Laura Baldassare, il capo staff Emanuele Montini e la coordinatrice dei servizi per l’accoglienza e l’emergenza sociale Angelina Di Prinzio, nella giornata del 6 agosto.
Infatti, nella prima parte della riunione l’assessora si è dimostrata disponibile in merito alla fattibilità di una co-progettazione finalizzata all’assegnazione, tramite bando o convenzione, di un bene pubblico in auto-recupero alla nostra comunità.
In questo terzo incontro, infatti, abbiamo deciso di arrivare preparati dimostrando all’istituzione comunale – tramite un parere legale relativo alla normativa di riferimento su cohousing ed autorecupero – la fattibilità della strada che stiamo prospettando ed evidenziando come stiamo lavorando alla scrittura di un progetto in cui saranno descritte tutte le attività ed i servizi che realizzeremo all’interno dell’immobile eventualmente assegnato: sportelli di orientamento legale, sanitario, lavorativo per richiedenti asilo; scuola di arabo ed italiano; realizzazione di un banco alimentare; avvio di una sperimentazione di ristorazione sociale con prodotti a km 0. Queste sono solo alcune delle tante attività che stiamo immaginando all’interno di un immobile che vogliamo rendere un bene comune per tutta la collettività.
Inoltre, ben consapevoli dell’impegno necessario per dar vita ad una esperienza di auto-recupero e rigenerazione urbana, ci siamo messi in contatto con alcuni docenti della facoltà di architettura dell’Università Roma Tre che si sono detti disponibili a collaborare con noi alla stesura del progetto. Infine, sapendo come per la gestione di un bene siano necessarie specifiche professionalità, stiamo procedendo a redigere un bilancio delle nostre competenze, anche al fine di avviare corsi di formazione specifici. Aspetti che abbiamo ben evidenziato all’assessora Baldassare per farle comprendere la serietà con cui stiamo affrontando questa possibilità, speriamo concreta, di assegnazione di un immobile.
Questa parte dell’incontro si è, dunque, conclusa con la volontà di avviare un tavolo tecnico con i funzionari degli assessorati competenti in materia di politiche sociali e patrimonio, al fine di definire le modalità concrete di assegnazione di un bene alla comunità, previa ricognizione del patrimonio pubblico inutilizzato da parte dei Municipi, con un nuovo incontro fissato per il 5 settembre.
Fin qui potevamo dirci abbastanza soddisfatti dell’esito del tavolo istituzionale ma purtroppo, sul finire dell’incontro, alcuni nodi sono venuti al pettine.
L’assessora Baldassarre dinanzi al nostro ennesimo rifiuto di accettare i soli quaranta posti messi a disposizione nei circuiti dell’accoglienza istituzionale, ha annunciato l’imminente sgombero del presidio permanente di via Scorticabove; affermando che numerose sono state le segnalazioni al IV Municipio da parte dei residenti e che le forze dell’ordine si sarebbero mosse di conseguenza.
Posto che dubitiamo fortemente che ci possano essere state richieste di sgombero da parte di una cittadinanza che, al contrario, ci sta dimostrando tutta la propria solidarietà, abbiamo evidenziato come un imminente sgombero comporti un evidente cortocircuito.
Infatti, posto che la situazione in cui ora ci troviamo è conseguenza della mala-accoglienza e dell’incuria istituzionale, la stessa assessora Baldassare ha evidenziato come la risposta solo emergenziale a problematiche strutturali porti esclusivamente a un vicolo cieco. Per questo se l’istituzione – come ha affermato – riconosce l’enorme valore sociale della nostra esperienza di autogestione tanto da dimostrarsi disponibile ad un percorso di co-progettazione finalizzato all’assegnazione di un bene, come può poi quella stessa istituzione non tutelarci dinanzi a uno sgombero oramai dato per certo?
Questa è la domanda che abbiamo rivolto all’assessora, convinti che una “soluzione ponte”, in attesa dell’individuazione dell’immobile da destinare alla nostra comunità, si possa e si debba trovare, evitando che per l’ennesima volta questioni sociali vengano trattate come meri problemi di ordine pubblico.
Se si ha l’ambizione istituzionale di dar vita ad un processo complesso che possa portare a delle sperimentazioni innovative in questa metropoli, poi non si possono percorrere le solite scorciatoie inutili e dannose.
Non ci fa paura uno sgombero, resisteremo con dignità e tenacia anche dinanzi all’uso della forza pubblica. Ciò che temiamo è la mancanza di coraggio da parte di un’istituzione che non si assume fino in fondo le proprie responsabilità.
In tutto questo, abbiamo però una grande certezza: continueremo a resistere e a lottare, a rimanere uniti e a pretendere che la nostra Comunità non si disperda.
Sappiamo che la nostra battaglia è quella di tanti e tante che, come noi, sono stati sfrattati o sgomberati e che nulla hanno ricevuto dalle istituzioni.
Per questo, oggi, dobbiamo continuare a lottare anche per loro, per dimostrare che grazie all’ostinazione di chi sa di essere dalla parte della ragione, alla fine, riusciremo a vincere.
[La vignetta fatta per noi da (Z)ZeroCalcare
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