Questo è quanto stabiliscono le risoluzioni europee e la CE per ciò che riguarda i beneficiari del reddito di cittadinanza: “Un altro dei punti qualificanti è la questione della residenza e non della cittadinanza come criterio di accesso. Il punto di partenza è la “non discriminazione” verso il beneficiario. Non si possono infatti discriminare coloro i quali non hanno ancora ricevuto un riconoscimento di cittadinanza tra due soggetti egualmente in difficoltà economica.”
Il ministro Di Maio afferma invece che “il reddito di cittadinanza deve andare solo agli italiani”. Sono affermazioni gravi, perchèéil ministro dice una fesseria pericolosa e con la scusa di non riuscire a trovare le risorse continua promuove norme discriminatorie, rafforzando la guerra tra poveri. I diritti sono tali se possono essere goduti da tutti quelli che ne hanno diritto.
Ricordiamo al M5S, al ministro Di Maio e alla stampa, che 91 deputati e 35 senatori del M5S nella scorsa legislatura hanno sottoscritto, appoggiato e promosso la proposta portata avanti per anni da centinaia di realtà sociali che fanno parte della Rete dei Numeri Pari e che hanno raccolto il consenso di decine di sindaci che l’hanno sottoscritta e di 100 mila cittadini/e che l’hanno firmata durante la campagna.
La proposta è sempre la stessa, l’urgenza pure, evidentemente la coerenza e le priorità no. Ci auguriamo che i deputati del M5S possano essere coerenti almeno su questo impegno assunto per anni e portato avanti insieme a centinaia di realtà e soggetti sociali. Noi continueremo a fare la nostra parte, promuovendo iniziative, incontri con la cittadinanza e le istituzioni locali, così come continueremo a chiedere anche a questo governo il Reddito di Dignità e i Servizi Sociali fuori dal patto di stabilità. Due proposte fattibili per affrontare concretamente i principali problemi del nostro paese: l’aumento delle disuguaglianze, della povertà e dell’esclusione sociale.
Giuseppe De Marzo – Coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari
https://www.numeripari.org/18-milioni-di-persone-ad-esclusione-sociale-non-possono-piu-aspettare/
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