Più che il governo del cambiamento, questo è il governo della restaurazione: tradisce la democrazia, non ascolta i corpi sociali intermedi, alimenta la rabbia e il rancore delle persone dando speranza solo attraverso la colpevolizzazione delle fasce più impoverite e attuando misure di workfare assistenziale. Prima sostenevano i comitati contro le grandi opere, per la riconversione ecologica, l’acqua pubblica e per “rifiuti zero”, oggi apre discariche, privatizza, si genuflette alle politiche di austerità, effettua tagli al sociale e all’istruzione ampliando, di fatto, la zona grigia in cui operano le mafie.
Mai nella storia italiana abbiamo assistito a un ribaltamento così grande della prospettiva politica di un governo, riscontrando un abisso tra quelle che erano le promesse fatte in campagna elettorale e le politiche messe in campo in piena continuità con il passato.