Da Centocelle la riscossa silenziosa degli insegnanti anti-mafia: “Il nostro coordinamento è già in tutta la città”
Intervista a Emilia Fragale del Coordinamento contro mafia e povertà
Ylenia Sina16 gennaio 2019 15:15
“Siamo intellettuali pagati dallo Stato per esercitare una funzione formativa. Per questo non possiamo fare finta di non vedere”. Emilia Fragale è seduta nella ‘sua’ aula. Insegna presso l’Istituto Comprensivo via dei Sesami a Centocelle e da novembre fa parte del Coordinamento dei docenti contro le mafie e le povertà: “Si tratta di un gruppo di insegnanti costituitosi in maniera quasi spontanea, snello ed aperto a tutti, che si pone l’obiettivo di studiare e condividere proposte operative, buone pratiche, materiali didattici e formazione sul tema delle mafie nel pieno rispetto della Costituzione e degli obbighi della funzione docente”. Ad oggi “siamo oltre una ventina, tra Roma e provincia. Tutte persone in qualche maniera in già in relazione tra loro per aver affrontato dei percorsi su questi temi. E stiamo crescendo”. Mi chiede di non dare risalto solo al suo nome, alla sua persona: “Ora stai parlando con me” spiega “ma nel coordinamento siamo tutti equivalenti così come l’Italia è piena di docenti che lavorano al meglio”.
La scintilla è scattata proprio tra i quartieri Alessandrino e Centocelle “nei giorni di preparazione dell’assemblea cittadina su ‘Mafie, corruzione e zona grigia’ insieme alla Rete dei Numeri Pari” che è stata ospitata proprio nei locali dell’Istituto Comprensivo il 23 novembre scorso. Il terreno nelle scuole del territorio, però, era fertile già da qualche anno: “La prima iniziativa l’abbiamo organizzata il 23 maggio del 2017, in occasione del 25esimo anniversario della strage di via Capaci. Abbiamo messo in scena al Teatro Biblioteca Quarticciolo un concerto delle orchestre degli indirizzi musicali del territorio insieme all’Istituto Comprensivo via Luca Ghini all’Alessandrino. Quel giorno si è tenuta anche una marcia di studenti e famiglie attraverso il quartiere con il coinvolgimento del Municipio V e la partecipazione di istituzioni ed associazioni autorevoli. Nonostante in molti quartieri sia acclarata dagli enti competenti la presenza delle organizzazioni criminali, la cittadinanza ne sembrava completamente inconsapevole. Fu un modo per iniziare a parlare con i ragazzi di questi temi”.
L’anno successivo “le scuole che hanno partecipato alla giornata, che per la seconda edizione di due giorni, ha trovato spazio anche a Largo Agosta, erano raddoppiate: si erano aggiunti l’Istituto Comprensivo via Laparelli a Tor Pignattara ed il Liceo Classico e Scienze Umane Benedetto da Norcia a Gordiani”. Nel frattempo una collaborazione “tra le scuole e la parrocchia di San Giustino Martire all’Alessandrino ha fatto scattare i laboratori di mutualismo sociale in quel quartiere”.
Perché “in molte aree della città scarseggiano i presidi sociali mentre la crisi economica dilaga. E non dobbiamo mai dimenticare che il fattore socio economico è fondamentale per reperire la manovalanza di cui si serve la criminalità per le sue attività su un territorio”. Un vero e proprio “welfare sostitutivo di fronte al quale i ragazzi devono essere preparati e dovrebbero poter avere un’alternativa”.
È così che nei quartieri le scuole sono i presidi di formazione civica. “Una parte del percorso è nato nel segno di due simboli della lotta alle mafie come Falcone e Borsellino, ma sappiamo che gli eroi non servono. Quegli eroi erano semplicemente persone che facevano bene il proprio lavoro. Per questo siamo consapevoli che l’unico modo per incidere è lavorare bene nel quotidiano, tutti, in ogni settore”.
Il Coordinamento è nato anche per questo: “Nel mondo della scuola ci sono tante persone che fanno bene il proprio lavoro ma troppo spesso non abbiamo uno spirito di corpo. E chi lavora su queste tematiche in alcuni contesti può sentirsi spaesato. Il nostro gruppo vuole essere invece un momento di studio e di confronto con qualunque insegnante voglia inserire questi temi nella propria didattica. Pensiamo a un portale dove mettere in comune materiali didattici, proposte di spettacoli, e corsi di formazione per l’aggiornamento professionale per docenti. Non azioni eclatanti ma un lavoro costante, a lungo termine”.
Il primo ‘evento unitario’ del Coordinamento è già in costruzione. Sarà il prossimo 21 marzo, Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. “Momenti simili per i ragazzi sono utili per riflettere su questi temi. È importante perché a Roma parlare di mafia non è semplice. La gente la vede come qualcosa di esotico, di lontano dal proprio vissuto quotidiano. Quando coinvolgi i bambini e i ragazzi coinvolgi anche le famiglie così la mafia diventa un tema su cui riflettere anche a casa. È la conoscenza il primo ostacolo alla sua penetrazione nei territori”.
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