A nulla è valso il decimo clochard morto a Roma a causa del freddo in poco più di due mesi. Ieri ancora due sgomberi contro le persone che, allontanate dalla ex Penicillina, sulla Tiburtina, avevano trovato rifugio in immobili non utilizzati. E ancora uomini e donne identificati e lasciati in strada senza soluzioni, oltretutto con addosso denunce per invasione di edifici appesantite dal decreto Salvini, da poco trasformato in legge, sulla sicurezza urbana. I morti e gli sgomberati sono accomunati da un identico destino, essere dimenticati, invisibili e quindi non vittime delle gelide temperature, ma delle pratiche di esclusione sociale e della mancanza di tutele di diritti primari quali l’alloggio e l’accoglienza. Il ripristino della legalità rimane l’unico imperativo al quale rispondere, con buona pace dei migliori sentimenti di umanità possibili. È molto più gelida la mano della Prefettura, della Questura e delle amministrazioni locali, di quella dell’inverno capitolino.Venerdì alle ore 11 andrà in scena di nuovo, nel tavolo provinciale ordine e sicurezza, il ballo degli sgomberi. Il Messaggero ha già fatto sapere che si parlerà di palazzi abitati da centinaia di famiglie e che non mancherà la presenza del vice premier Salvini. Dalle minacce si passa ai fatti?Per non lasciare un solo minuto da soli questi figuranti della legalità, abbiamo deciso di mobilitarci. E lo faremo insieme alla città solidale con chi nella capitale soffre la mancanza di una certezza del presente. Parliamo degli inquilini sotto sfratto, ai quali un tempo si concedevano proroghe legate alle festività e alle intemperie invernali. Degli abitanti delle case di Ostia minacciati di sgombero così come le tante famiglie ritenute occupanti senza titolo delle case popolari. Per non parlare degli stabili vuoti occupati per necessità e strumentalmente indicati come pericolanti e quindi da liberare con urgenza. Vogliamo sapere quanto ancora Roma intende sopportare questa sciatteria sociale. Questa incapacità di programmare politiche abitative e un welfare accettabile. Sostituendo con la mano forte della sicurezza imposta a colpi di esibizioni muscolari in giro per la città, la mancanza di un’azione sociale autorevole e organizzata. Siamo passati di fatto da mafia capitale, che lucrava sulle emergenze, alla dimenticanza capitale, dove le responsabilità vengono celate dietro parole vuote come sicurezza e legalità per i più fragili.Di nuovo il teatro decisionale sarà la sede della Prefettura. Non ci aspettiamo ripensamenti dal ministero dell’Interno, ma riteniamo che Comune e Regione non debbano avallare operazioni di polizia ulteriori e accettare, di fatto, di avvelenare ancora di più le tensioni sociali che questa città già soffre, avvalorando la necessità di una guerra contro gli occupanti. Per questo saremo in piazza Ss. Apostoli dalle ore 10 venerdì 18 gennaio.