#stand4Madalina_ 15/2 ore 11 assemblea pubblica e conferenza stampa a SS. Apostoli: il Prefetto ritiri il provvedimento di espulsione!

Ormai un mese fa, Madalina Gavrilescu, cittadina rumena abitante a Roma da dieci anni, ha ricevuto un decreto di allontanamento dall’Italia entro 30 giorni, e della durata di cinque anni, per motivi ‘non imperativi di pubblica sicurezza’ che dimostrerebbero la sua mancanza di integrazione sociale. La sua colpa? Essere una donna, migrante e rom, e attivista del Movimento per il Diritto all’Abitare, impegnata in prima linea nella lotta contro sfratti e sgomberi, nei picchetti a sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici, nelle lotte antirazziste, nonché nella costruzione di spazi autogestiti per la collettività, come la ludoteca e il teatro Caos dell’occupazione abitativa di Casal Boccone.

In queste settimane, sono state molteplici le attestazioni di solidarietà ricevute da Madalina, che nel frattempo ha continuato a portare la propria voce e la propria storia dentro le piazze e le assemblee, da ultima quella degli Indivisibili a Macerata.

In particolare, la petizione #stand4Madalina ha raccolto in pochi giorni oltre 700 firme provenienti non solo dall’Italia, ma dalla Romania e varie parti d’Europa e del mondo. L’appello, lanciato da esponenti del mondo accademico e del diritto, ha contestato l’idea di integrazione che emerge da un tale provvedimento. Integrazione come sudditanza, sfruttamento, rinuncia a lottare per i propri diritti e la propria dignità. Anziché essere riconosciuti con segni incontrovertibili di ‘integrazione’ e cittadinanza attiva (come peraltro la giurisprudenza e le convenzioni internazionali indicherebbero), l’impegno politico e la passione civile di Madalina diventano indicatori di mancata integrazione e pericolosità sociale. Un’impostazione violenta e discriminatoria, veicolata peraltro attraverso strumenti amministrativi, ancora una volta utilizzati con grande discrezionalità per sanzionare e silenziare la libertà di movimento e il dissenso nel loro senso più ampio.

Nonostante il dibattito pubblico che ha innescato, il 15 febbraio scadranno i trenta giorni prescritti dal provvedimento per l’allontanamento ‘volontario’ di Madalina dal suolo italiano. In attesa di sapere quali esiti produrrà il ricorso legale, venerdì 15 febbraio alle ore 11 ci ritroveremo a piazza SS. Apostoli, di fronte alla Prefettura di Roma, per una assemblea pubblica e conferenza stampa con i firmatari della petizione. Ancora una volta, chiederemo al Prefetto Basilone di ritornare sulla propria decisione e di ritirare immediatamente il provvedimento contro Madalina.


#Stand4Madalina _ 15/02 public assembly and press statement: we demand the Prefect to immediately withdraw the estrangement order!

One month ago Madalina Gavrilescu, Romanian citizen who has been living in Rome for over 10 years, was notified an order of estrangement from Italy within 30 days, and effective for five years, because of ‘non imperative public security reasons’ which would confirm her lack of social integration. But what is her actual guilt? Being a migrant, Roma woman, activist within the Housing Rights Movements, who has been in the front line of the struggle against evictions and foreclosures, in the pickets supporting exploited workers, in antiracist struggles, as well as in the construction of self-managed spaces of collective utility, such as the game room and the ‘Caos’ theatre in the Casalboccone housing squat where she lives. Within these weeks, an overwhelming amount of solidarity poured on Madalina, who didn’t back down from telling her story and being vocal in public demonstrations and assemblies, last one of those the ‘Indivisibili’ one in Macerata.

In particular, the petition #stand4Madalina gathered over 700 signatures in a few days from Europe and different parts of the world, besides Italy. The call for signatures was launched by members of the academia and the law word; its goal was to contest the idea of integration underpinning the decree against Madalina. There, integration was understood as subjection, exploitation, and waiver to struggle for one’s rights and dignity. Instead of being recognised as irrefutable signs of ‘integration’ and active citizenship (as rule of law and international treaties would by the way suggest), Madalina’s political engagement and civic passion became indicators of lacking integration and social perilousness. This is a violent and discriminatory scaffolding, which is delivered through administrative tools, which are one again mobilised with great arbitrariness in order to sanction, and silence, freedom of movement and dissent in their wider understanding.

Regardless the public debate it triggered, Friday 15th February is still the deadline for Madalina’s ‘voluntary’ estrangement from Italy, as the order prescribes. While waiting for the outcomes of the legal actions against it, on Friday 15th February we will gather in piazza Ss. Apostoli (Rome), in front of the Prefect’s headquarters, for a public assembly and press statement together with the subscribers of the petition. Once again, we demand to the Prefect Basilone to rethink her decision and to withdraw the estrangement order against Madalina, effective immediately.

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