OBIETTIVI
Valutare le differenze geografiche e socioeconomiche nella mortalità e nella speranza di vita in Italia; valutare la quota di mortalità nella popolazione attribuibile a un livello di istruzione medio-basso, attraverso l’uso di cartografie e indicatori.
DISEGNO
Lo studio adotta un disegno longitudinale di popolazione, arruolata al Censimento 2011 e seguita nel tempo per lo stato in vita, registrando l’eventuale uscita per morte o per trasferimento all’estero.
SETTING E PARTECIPANTI
Studio realizzato utilizzando la base dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) creata dall’interconnessione del Censimento 2011 con l’archivio nazionale dei decessi (2012-2014) per 35 raggruppamenti di cause di morte. Età, genere, residenza e titolo di studio sono tratte dal Censimento.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME
Sono stati calcolati i valori della speranza di vita alla nascita per genere, regione e livello di istruzione. Per la popolazione compresa fra 30 e 89 anni, separatamente per maschi e femmine, sono state costruite:
1. mappe provinciali, che mostrano per ciascuna causa la distribuzione per quintili dei rapporti standardizzati di mortalità (standardised mortality ratio, SMR) “lisciati” (smoothed ), aggiustati per età e livello di istruzione e stimati con modelli bayesiani per piccole aree (spatial conditional autoregressive model );
2. mappe regionali della frazione di mortalità attribuibile (population attributable fraction, PAF) per livello di istruzione medio e basso, calcolati a partire dai rapporti tra tassi di mortalità standardizzati per età (mortality rate ratios);
3. tabelle contenenti, per ciascuna regione, tassi di mortalità, anni di vita persi standardizzati per età (standardized YLL rate) e rapporti tra tassi di mortalità standardizzati per età (MRR).
RISULTATI
Le persone meno istruite di sesso maschile mostrano ovunque una speranza di vita alla nascita inferiore di 3 anni rispetto alle persone più istruite; nelle regioni del Mezzogiorno, indipendentemente dal livello di istruzione, i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita. Le disuguaglianze sociali nella mortalità sono presenti in tutte le regioni, ma sono più
marcate in quelle più povere del Mezzogiorno. Le differenze geografiche, al netto delle differenti strutture della popolazione per età e titolo di studio, producono differenziali di mortalità per tutte le cause da -15% a +30% nelle donne e da -13% a +26% negli uomini, rispetto alla media nazionale. Fra i principali gruppi di cause, i differenziali geografici sono maggiori per le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie e gli accidenti, mentre sono minori per molte sedi di patologie tumorali. Si osserva un netto gradiente di mortalità con eccesso al Sud per le malattie cardiovascolari, dove vi sono aree in cui la mortalità tra i più istruiti è superiore a quella dei meno istruiti residenti in alcune aree del Nord. Al contrario, il gradiente è da Sud a Nord per la causa «Tutti i tumori» e per la maggior parte delle singole sedi tumorali. In Italia, la mortalità per tutte le cause attribuibili al basso livello d’istruzione, al netto della struttura della popolazione per età, è del 13,4% nelle donne e del 18,3% negli uomini.
CONCLUSIONI
Lo studio ha messo in evidenza importanti differenze geografiche nella mortalità, indipendenti da età e livello socioeconomico, con un impatto più significativo nelle regioni più povere del Sud, rivelando un inedito vantaggio di salute delle regioni adriatiche. Un livello di istruzione inferiore spiega una quota rilevante dei rischi di mortalità, sia pure con effetti differenti per area geografica e causa di morte. In Italia, quindi, le disuguaglianze di mortalità sono ancora esistenti: rappresentano un mancato guadagno di salute possibile nel nostro Paese e suggeriscono spunti per una valutazione delle priorità e la definizione di target di salute. A 40 anni dall’istituzione del Servizio sanitario nazionale, c’è ancora spazio per guadagnare equità nella salute.
Parole chiave: disuguaglianze socioeconomiche, disuguaglianze
geografiche, mortalità, speranza di vita, frazione di mortalità attribuibile,
livello di istruzione, anni di vita persi
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