#mapparoma26 – Elezioni europee 2019

Le elezioni europee del 26 maggio hanno segnato in tutta Italia il grande successo della Lega, e anche Roma non ha fatto eccezione, dando al partito di Salvini percentuali persino superiori al 40% nei quartieri esterni al GRA. C’è stato quindi uno spostamento di voti dal M5S (e anche dal resto del centrodestra) verso la Lega, con una contemporanea ripresa del Partito Democratico senza tuttavia un riequilibrio del suo consenso tra fasce urbane centrali e periferiche. La geografia politica romana è in parte cambiata di nuovo rispetto alle elezioni precedenti, e come per le elezioni politiche e regionali del 2018 oltre alle mappe mostreremo anche altri grafici per approfondire l’analisi mettendo in luce le differenze tra fasce urbane. I votanti sono stati 1.125.858, per un’affluenza del 49%, un dato bassissimo e inferiore non solo al 2018 ma anche a tutte le elezioni europee precedenti: per la prima volta (a parte un paio di ballottaggi) meno della metà degli elettori romani si è recata ai seggi.
Considerando ipotetiche coalizioni “larghe” e tutte da verificare sia per il centrosinistra (con PD, +Europa, Sinistra e Verdi) che per il centrodestra (con Lega, FdI e Forza Italia), la prima sarebbe maggioritaria solo nelle zone centrali e nella periferia storica (rispettivamente 52% e 44%), mentre la seconda prevarrebbe nel resto della città (periferia anulare 42%, Ostia 40,5% e periferia esterna al GRA 47%), ma sarebbero praticamente alla pari nella media romana (circa 40% per entrambe). Rispetto al voto uninominale per la Camera 2018, questo è l’effetto di una ripresa del centrodestra superiore al centrosinistra in tutte le fasce urbane eccetto le zone più centrali, a fronte di un calo generalizzato per il M5S, che in particolare nella periferia esterna al GRA perde 16 punti percentuali rispetto alla crescita di 13 punti del centrodestra (trainato dalla Lega) e di soli 5 punti del centrosinistra. All’interno delle coalizioni, le singole liste dell’ipotetico centrosinistra seguono lo stesso andamento territoriale, mentre per il centrodestra, come vedremo, Fratelli d’Italia e Forza Italia mostrano dinamiche molto più omogenee rispetto alla Lega.
  
Il Partito Democratico si conferma prima lista come alle regionali del 2018, con 339mila voti (30,6%), in lieve crescita rispetto ai 311mila delle politiche. Il suo consenso è maggiore nei Municipi I, II, VIII e XII, e come nelle elezioni precedenti rimane nettamente decrescente secondo la distanza dal centro, in misura persino superiore rispetto all’anno scorso, avendo guadagnato voti nelle fasce urbane centrali fino all’anello ferroviario (dove arriva al 40%) più di quanto abbia ripreso nelle periferie esterne al GRA (dove si ferma al 20%, eccetto il versante sud-ovest verso il litorale).
Nonostante la grande rilevanza del risultato della Lega, risulta appunto solo la seconda lista a Roma, con 285mila voti (25,8%), quasi il doppio rispetto ai 152mila della Camera 2018. L’andamento è crescente allontanandosi dal centro della città, con il massimo nelle periferie romane fuori dal GRA in tutti i quadranti, soprattutto a est nel VI Municipio (37%), con la sola parziale eccezione del litorale nel X Municipio. Nei quartieri romani, la Lega ottiene più voti dove la densità di popolazione è bassa e i residenti aumentanol’età media è bassai nuclei familiari sono numerosii laureati sono pochiil tasso di occupazione è basso e la disoccupazione è alta, il capitale sociale misurato dalla disponibilità di piazze è scarsoil disagio socio-economico è forte. In particolare, la Lega ottiene il 31% dove l’indice di disagio sociale è elevato, il 24,9% dove è nella media e il 21,7% dove è basso, e analogamente il 32,5% dove i laureati sono pochi, il 25,6% dove sono nella media e il 20,6% dove i laureati sono molti.
Il M5S è lo sconfitto di queste elezioni, essendo la terza lista con 195mila voti (17,6%), meno della metà rispetto ai 448mila della Camera 2018 (che erano pari quasi al 31%), quindi con un ribaltamento delle posizioni nei confronti della Lega come a livello nazionale. L’andamento dei voti rimane del tutto analogo alle elezioni precedenti, con l’ormai consueta prevalenza nella periferia anulare e in quella esterna al GRA, in tutti i quadranti ma in particolare a sud-ovest nel X e XI Municipio verso il litorale e ad est intorno al VI. Sono dinamiche abbastanza simili rispetto alla Lega, con una forte correlazione dei voti per zona urbanistica che mostra la competizione tra questi due partiti nelle zone periferiche più disagiate.
Gli altri partiti di centrodestra perdono voti rispetto al 2018: Fratelli d’Italia ne ha ottenuti 96mila (8,7%), riuscendo così a superare Forza Italia con 62mila (5,6%). L’andamento dei due partiti è abbastanza omogeneo, senza picchi particolari eccetto le tradizionali roccaforti “nere” a nord (XV Municipio e, per Forza Italia, anche il II) e nelle periferie fuori dal GRA dei quadranti nord-ovest e, per Fratelli d’Italia, sud.

Infine, +Europa ha ottenuto 44mila voti (4%), mentre la lista di Sinistra 32mila (2,9%), in entrambi i casi perdendo rispetto alle politiche 2018 e confermando l’andamento decrescente allontanandosi dal centro della città. Tuttavia, per la Sinistra il consenso è più alto nella periferia storica che nelle zone centrali, e in particolare in alcuni quartieri a est (V Municipio) e sud (VIII), sempre comunque all’interno del GRA.

 
Al livello di analisi delle zone urbanistiche, riportiamo nelle quattro mappe i voti in percentuale per le prime liste: PD, Lega, M5S e Fratelli d’Italia.
Per il PD (mappa in alto a sinistra) le zone urbanistiche migliori sono tutte centrali, all’interno o in prossimità dell’anello ferroviario, in particolare nei Municipi I e II: Trastevere (record con il 50%), Celio (47%), Aventino, Della Vittoria e Monte Sacro (44%), Flaminio, Testaccio e Gianicolense (43%), Salario e Trieste (42%), Esquilino e Navigatori (41%). Al contrario, rimane sotto al 20% quasi ovunque fuori dal GRA, soprattutto nei quadranti sud del IX Municipio (Santa Palomba e Porta Medaglia 13-14%), est del VI Municipio (San Vittorino e Borghesiana 14%, Lunghezza 15%, Acqua Vergine, Lunghezza e Torre Angela circa 17%) e ovest (Pantano di Grano e Santa Maria di Galeria 15%, Boccea 16%, Ponte Galeria 17%).
La correlazione negativa tra voti della Lega e del PD è molto forte, perché la prima prevale, come detto (mappa in alto a destra), proprio nella periferia esterna al GRA dove il secondo è debole, in particolare a est nel VI Municipio (San Vittorino e Borghesiana 41%, Acqua Vergine 38%, Torre Angela e Lunghezza 37%) e in quelli limitrofi (Tor Cervara 38% , Tor Sapienza 36%), a sud (Santa Palomba 40%) e a nord-ovest (Santa Maria di Galeria 40%, Boccea e Prima Porta circa 39%, Pantano di Grano 37%). Analogamente, la Lega ottiene il minimo in vari quartieri centrali o semicentrali: Trastevere (13%), Monte Sacro e Celio (16%), Villaggio Olimpico e San Lorenzo (17%), Navigatori, Testaccio, Gianicolense, Salario, Esquilino e Aventino (circa 18%).
Il successo della Lega ha fatto sì che i voti per il M5S (mappa in basso a sinistra) siano più elevati della media romana solo nelle periferie a sud-ovest verso il litorale dove mantiene un forte consenso, nonché in quelle a est con insediamenti di nuova costruzione: tra le prime Acilia Nord (28%), Ostia Antica (27%), Acilia Sud e Ponte Galeria (oltre 26%), Magliana (che corrisponde all’area di Muratella, 25,5%) e Malafede (25%); tra le seconde Romanina e Tor Fiscale (27%), Acqua Vergine, Lunghezza e Tor Cervara (con le prime due che corrispondono all’area di Ponte di Nona, 26%), Torrespaccata e Barcaccia (25%), oltre a Porta Medaglia a sud (26%). Al contrario, le percentuali sono più basse in tutti i quartieri centrali e semicentrali, soprattutto a nord: il minimo a Parioli (6%), e poi Acquatraversa, Salario, Tor di Quinto e Centro Storico (circa 7%), Farnesina, Celio e Aventino (circa 8%), Flaminio, Prati e Medaglie d’Oro (9%).
Infine, Fratelli d’Italia mantiene un consenso abbastanza diffuso (mappa in basso a destra), con il massimo nelle tradizionali roccaforti “nere” a nord nel XV Municipio ma anche in altri quadranti soprattutto in quartieri di nuovo insediamento: tra le prime Acquatraversa, che corrisponde alla Camilluccia (14%), Grotta Rossa Est (quasi 13%), Tor di Quinto, che corrisponde al Fleming (12%), Parioli, Farnesina e Tomba di Nerone (11%); tra le seconde Vallerano Castel di Leva e Mezzocamino a sud-ovest nel IX Municipio (11-12%) e Lucrezia Romana a sud-est nel VII (11%), oltre a Pietralata, Boccea, Pineto ed Eur (sempre circa 11-12%). Il minimo è invece in varie zone centrali, della periferia storica o del litorale (Tor Fiscale meno del 3%, San Lorenzo e Trastevere circa 5%, Testaccio, Tufello, Celio e Ostia Antica circa 6%; Gianicolense e Quadraro circa 6,5%).

Per le liste non mostrate nelle mappe, Forza Italia ha il massimo a Parioli (16%) e il minimo a Testaccio (3%); +Europa ottiene il massimo a Salario e Centro Storico (oltre 7%), il minimo a Prima Porta (1,4%); la Sinistra raggiunge il massimo a San Lorenzo (quasi 9%) e Testaccio (7%), il minimo a Santa Palomba, Parioli e Prima Porta (circa 1%).

Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi

NOTA: le percentuali possono differire dai risultati ufficiali sia per errori e lacune nell’archivio on-line, sia perché sono esclusi i seggi ospedalieri; non sono riportati i dati delle zone urbanistiche con meno di 1000 iscritti al voto.

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Fonte: elaborazione su dati Roma Capitale – Servizi elettorali

Scarica qui il pdf di #mapparoma26 – Scarica qui l’analisi elettorale 2018

Scarica qui gli open data – Scarica qui i dati elettorali 2000-2019

Gli autori, ferme restando le loro responsabilità per i contenuti delle mappe, sono debitori nei confronti del CROMA (Centro per lo studio di Roma dell’Università Roma Tre) e di Luoghi Idea(li) per le elaborazioni, le suggestioni e gli spunti sulle attività di mappatura del territorio romano che sono state fonte di ispirazione per la nascita di questo blog.
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