Di Elisa Sermarini – da Left 21 marzo 2020
Come ogni anno dal 1995 il primo giorno di primavera ricorre la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico. Per la prima volta dopo 25 anni, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, non è possibile ritrovarci tutti e tutte insieme a riempire le piazze d’Italia per leggere l’elenco dei nomi delle oltre 1000 vittime innocenti ma non vogliamo far mancare il nostro abbraccio ai familiari.
Come ogni anno, tutte le realtà sociali della Rete dei Numeri Pari avrebbero marciato per le strade di Palermo al fianco di Libera e dei familiari non solo per chiedere verità, giustizia e memoria per quelle vittime innocenti, denunciare la presenza delle organizzazioni criminali mafiose e delle connivenze con politica, economia e massoneria ma anche per chiedere politiche sociali coerenti con l’impegno del contrasto alle mafie. Da anni abbiamo capito che c’è una relazione profonda tra l’aumento delle povertà e delle disuguaglianze e il rafforzamento delle mafie e della corruzione. Abbiamo capito che certe politiche e i tagli effettuati al Fondo Nazionale Politiche Sociali hanno favorito le mafie, rendendo milioni di persone più povere e insicure. Si è parlato a lungo di sicurezza nel nostro paese, declinandola però con il dispiegamento di forze armate per le nostre strade e con l’attivazione di una rete di videosorveglianza, mentre – come mostrato dall’emergenza in corso – abbiamo bisogno di parlare di sicurezza sociale e ambientale.
Come denunciato da La Via Libera (bimestrale che ha preso il posto di Narcomafie), anche in piena pandemia le mafie stanno sfruttando le occasioni che l’attuale crisi economica (oltre che sanitaria) sta provocando, cogliendo ogni dolore come un’opportunità in più di guadagno personale e di acquisizione e mantenimento del proprio potere. Proseguono i loro traffici illegali servendosi dei canali di trasporto di merci legali che non hanno subito il blocco, spacciano droghe tramite consegne a domicilio, si approfittano delle aziende e delle persone in difficoltà proponendo acquisizioni e prestiti usurai, corrompono, si inseriscono in nuovi mercati (come quello delle mascherine o dei disinfettanti) per accumulare capitali velocemente e altro ancora.
Il 21 marzo è, quindi, solo la tappa di un cammino in divenire e l’occasione per rinnovare e rafforzare un impegno quotidiano. Per questo rilanciamo con forza l’invito di Libera a essere e costruire comunità, perché solo il “noi” può debellare le mafie, un virus insediato nel nostro corpo sociale da 165 anni e che con la complicità di altri virus – la corruzione, le ingiustizie sociali e ambientali, la precarizzazione del lavoro, i tagli alla sanità pubblica, al sociale, alla cultura, gli egoismi e l’indifferenza – è stato favorito e rafforzato.
Oggi si festeggia anche il Pwkar Raimi, giornata in cui le popolazioni indigene salutano la fine dell’inverno e accolgono il tempo di rinascere e ricreare, con l’augurio che questo 21 marzo ci faccia riflettere dentro tutti e tutte noi e organizzare – appena ne avremo l’opportunità – la rabbia in sete di giustizia per le vittime innocenti delle mafie, del Covid-19, dei tagli ai servizi sociali e sanitari, delle povertà, e delle ingiustizie ambientali.
*
Elisa Sermarini è responsabile comunicazione della Rete dei Numeri Pari
Un vaccino contro la mafia, il virus visibile che infetta l’Italia da 165 anni