Una testimonianza diretta sulle strategie dei clan per allargare nell’emergenza la loro rete di relazioni. Più che vittime, cercano alleati e prestanome
Redazione lavialibera – 15 maggio 2020
Non solo pacchi alimentari, medicine e sigarette, ma soprattutto l’avvio di prestiti a usura per realtà della ristorazione, del commercio e del turismo. In un grande comune della Provincia di Napoli, a sud del capoluogo, alcune famiglie di camorra stanno approfittando della pandemia da coronavirus per allargare e infittire la rete dei loro affari e dei loro “clienti”. Lo racconta a lavialibera una fonte che già in passato ha collaborato con la giustizia facendo arrestare personaggi legati alla camorra napoletana nella penisola sorrentina e che è stata testimone diretta di alcuni fatti.
“Gli aiuti alle famiglie, alimentari e di altro genere, non sono una novità. Nel comune c’è una grossa piazza di spaccio e lì, tra gli abitanti del quartiere, c’è chi fa la vedetta, chi custodisce, chi smista, chi vende, insomma sono quasi tutti coinvolti e il silenzio viene pagato, adesso come prima di Covid. La pandemia ha però fornito nuove opportunità, permettendo a certe famiglie di sconfinare dalle zone in cui operano solitamente, per rivolgersi ad altri quartieri e persino ai comuni limitrofi”.
Le famiglie di camorra hanno saputo sfruttare il lockdown e l’emergenza giocando la loro partita su più fronti. Da una parte offrendo risposta ai bisogni più elementari di cibo e beni di prima necessità. Dall’altra, offrendo denaro alle realtà in crisi, in alcuni casi anche solleticando il desiderio di risorse finanziare immediatamente disponibili, utili a mantenere alto il proprio tenore di vita e a ripartire con qualche vantaggio sulla concorrenza.
Il primo step: la spesa
Tutto è iniziato con la distribuzione di pacchi alimentari, nel periodo della quarantena, quando in molti si sono trovati dall’oggi al domani senza reddito né aiuti. “Tramite alcune dirette sui social e il porta a porta dei ragazzi queste famiglie hanno distribuito interi garage di generi alimentari. Migliaia di pacchi che le persone hanno cercato e accettato, sapendo bene chi li stava distribuendo”. Apparentemente un’iniziativa benefica, applaudita e accolta anche a causa dei ritardi degli aiuti statali. “I buoni del governo sono stati stanziati più di un mese fa, ma per gran parte del tempo non sono arrivati. Oggi è disponibile qualche aiuto in più, ma questi soggetti hanno avuto tempo per fare passare il messaggio che lo ‘Stato chiacchiera mentre noi interveniamo subito’”.
L’operazione aveva però un doppiofondo. I ragazzi che distribuivano i pacchi nelle case sono messaggeri chiari e ripetitivi: “Signora […]
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