Mentre aumentano povertà e disuguaglianze,
chiediamo diritti sociali e riceviamo elemosina: basta prese in giro!
27 novembre 2020 – Crediamo che le misure contenute all’interno della Legge di Bilancio siano sbagliate e restituiscano la misura di una politica inadeguata e senza una visione altra rispetto alla crisi economica, sociale, sanitaria e ambientale in cui siamo immersi tutti e tutte. Da anni nel nostro Paese aumentano disuguaglianze e povertà, così come crescono il potere delle mafie e la forza distruttiva della corruzione. È l’evidenza dei dati che conferma come le politiche economiche, sociali e industriali messe in campo non siano state sufficienti a contrastare disuguaglianze e miseria, ma le hanno addirittura incrementate. È questo il dato di realtà da cui partiamo per valutare l’efficacia o meno delle misure messe in campo. Molte le cose che mancano e tante le ombre della Legge di Bilancio.
Non è stata inserita la riforma fiscale; è completamente assente una visione organica dei diversi interventi nell’ambito di un sistema di welfare; si confermano ingenti investimenti sulle armi; mancano misure che delineino una politica industriale ed energetica sostenibile in grado di rimettere insieme il diritto al lavoro con il diritto alla salute; non ci sono sostanziali novità in tema di evasione fiscale; non ci sono condizionalità per i contributi alle imprese; manca un piano per garantire a tutti il diritto all’abitare e il recupero dell’enorme patrimonio sfitto e inutilizzato; il Reddito di cittadinanza è ancora sottofinanziato, troppo condizionante e non copre tutte le persone che sono in povertà relativa; si riducono del 20% le spese per la Cooperazione allo sviluppo; gli investimenti per la ricerca e il diritto allo studio sono tra i più bassi d’Europa. Combattere le disuguaglianze ed eliminare la povertà non sono una priorità. Questo spiega perché il Governo invece che delineare politiche in grado di cambiare la situazione complessiva, preferisce destinare 400 milioni ai Comuni per “misure urgenti di solidarietà alimentare”.
La pandemia ha evidenziato le carenze delle politiche di questi anni nella lotta alle diseguaglianze, e allo stesso tempo l’assenza di una visione culturale e politica in grado di superare la crisi garantendo diritti e democrazia. I dati ci parlano di un Paese in cui sono stati tagliati 37 miliardi al Servizio Sanitario Nazionale, dilaniato il Fondo Nazionale Politiche Sociali, precarizzato il lavoro mentre continuano a essere garantiti 19 miliardi di sussidi alle fonti fossili che distruggono il pianeta e il nostro futuro. Inoltre, il Governo, nonostante i disastri evidenziati dalla “regionalizzazione” e dalla privatizzazione della sanità pubblica, continua a portare avanti il disegno di approvazione dell’autonomia differenziata, mentre rimane bassa l’attenzione al contrasto a corruzione e mafie. Tutto questo diventa ancor più grave alla luce dei dati pubblicati dal Censis che denunciano un Paese in cui 7,6 milioni di persone sono diventate più povere a causa della pandemia, e allo stesso tempo la ricchezza continua a concentrarsi e a crescere nelle mani di pochi.
Reddito di base, garanzia del diritto all’abitare, investimenti nel servizio sanitario nazionale, ricapitalizzazione del Fondo Nazione Politiche Sociali, riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica per creare lavoro così da garantire la salute dei lavoratori e contrastare cambiamento climatico e inquinamento ambientale. Riforma fiscale e patrimoniale su grandi ricchezze per recuperare i fondi necessari. Queste continuano a essere le nostre proposte per uscire dalla crisi e garantire dignità e democrazia economica a tutti e tutte. Su questo come soggetti sociali impegnati giornalmente nella lotta alle povertà, alle disuguaglianze e alle mafie, chiediamo un incontro a Governo e alle forze politiche.
Ufficio Stampa Rete dei Numeri Pari
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