La salute per tutti? Il conflitto tra i dominanti e i diritti universali sta esplodendo nuovamente in maniera forte e netta e fa saltare le finzioni, le menzogne, mettendo in luce le mistificazioni e le conseguenze nefaste della risposta “mondiale” dei potenti al Covid-19. Ad oggi, i rappresentanti delle popolazioni di più di 90 paesi al mondo, “a basso reddito” come li definiscono i potenti, sono disposti a difendere la richiesta di sospensione dei brevetti sui medicinali e vaccini anti-Covid-19, richiesta già rifiutata e che è nuovamente rigettata con forza da parte dei paesi più potenti del mondo occidentale.
di Riccardo Petrella
Il 17 dicembre prossimo, giusto una settimana prima di Natale, vedremo se i diritti alla vita di centinaia di milioni di esseri umani prevarranno sugli interessi puramente economici dei gruppi dominanti di una quindicina dei paesi detti “a reddito elevato”. Già il fatto che il conflitto decisivo abbia luogo in una istituzione creata ed imposta al mondo dai potenti (l’Organizzazione Mondiale del Commercio) e non in ambito ONU e dell’Organizzazione mondiale della Salute è una beffa alla pretesa giustizia sociale della comunità internazionale. Sono anni che i potenti continuano a dominare e razziare la vita degli abitanti della Terra sordi alle grida di giustizia e di rispetto della vita delle generazioni attuali e future. “Nel nome del denaro e della forza” non cambieranno. Ma i cittadini del mondo possono sostituirli. Cominciamo con l’abolizione dei brevetti privati a scopo di lucro sulla vita, che è un furto legalizzato della vita che si sono autorizzati a compiere.
La 31^ Sessione speciale dell’Assemblea Generale dell’ONU, dedicata alla pandemia da Covid-19, si è tenuta il 3 e 4 dicembre scorso. E’stata “pubblicizzata” come un’opportunità unica, un momento storico d’importanza cruciale per definire e attuare azioni congiunte a livello mondiale tra tutti gli stakeholders (portatori d’interesse) publici e privati . Obiettivo proclamato: “garantire l’accesso alle terapie di lotta contro il Covid-19 su basi eque e a prezzo abbordabile (…) affinché nessuno sia messo da parte”. Sono intervenuti più di 80 capi di Stato e di governo e più di 100 ministri della salute e degli affari esteri.
Sfortunamente l’infornata mondiale di parole non ha prodotto nemmeno delle buone “chiacchiere” (tipici dolci italiani di Carnevale). L’opportunità unica non è stata afferrata. Di fronte a problemi e sfide mondiali – i potenti avevano affermato – occorrono risposte mondiali nell’interesse di tutti. Ebbene, i potenti hanno dato risposte “mondiali’ ma da loro definite e imposte al resto del mondo e nei loro interessi. Risposte “nazionali(ste)”, da potenti, settoriali, caritavevoli.
Già il tono era stato dato il 23 ottobre a livello dell’organizzazione Mondiale del Commercio (WTO, trattati TRIPs). Quel giorno, i Paesi “ricchi” del “Nord” (Stati Uniti, Unione Europea, Norvegia, Svizzera, Regno Unito, Australia, Giappone…) hanno respinto la richiesta avanzata da Sudafrica e India, sostenuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e da altri Paesi del Sud, di sospendere temporaneamente l’applicazione delle norme sui brevetti nella lotta contro Covid-19. La sospensione provvisoria era intesa a consentire alle popolazioni dei paesi impoveriti di accedere e/o di poter produre esse stesse localemente i medicinali ed i vaccini necessari. Con il loro rifiuto, i paesi ricchi “occidentali” del Nord si sono fatti beffe del primato politico e giuridico del diritto alla salute secondo le regole e gli obiettivi fissati a livello internazionale dall’OMS sulle “logiche” e gli interessi commerciali, indusriali e finanziari promossi dal WTO. Altro che cooperazione mondiale! Inoltre, il 25 novembre la Commissione europea ha approvato un documento su “Una nuova strategia dell’UE in materia di proprietà intellettuale” nel quale propone di rinforzare la protezione proprietaria delle conoscenze scientifiche e tecniche europee, rendendo più forte, esteso e diffuso anche a livello delle PME l’ottenimento di brevetti, e di “brevetti europei”. Lungi dall’eliminare il divario sempre più profondo tra i paesi ricchi e quelli impoveriti nel campo della scienza e della tecnologia, la Commissione opera per una politica “nazional-europea” di rafforzamento della potenza e della competitività europee nel campo scientifico e tecnologico. Come gli USA, la Commissione ha soprattutto paura di perdere l’egemonia oggi condivisa in questo campo con gli Stati Uniti a vantaggio della Cina. Tre quarti della produzione mondiale dei vaccini ha luogo in Europa (EU+paesi extra-UE come l’UK, la Svizzera, la Norvegia). Inoltre le principali imprese che dominano il mercato mondiale dei vaccini sono americane ed europee!. In queste condizioni,il 3 e 4 dicembre, l’UE poteva proporre azioni congiunte mondiali solo sul piano retorico!
Verso la fine, prima ancora di nascere, di ogni politica sanitaria comune a livello globale ispirata alla giustizia, alla responsabilità e alla solidarietà?
Sto scrivendo questo testo il 10 dicembre, 72° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Purtroppo, niente di concreto sul piano della riconversione finanziaria, economica e legislativa è emerso dalla Sessione speciale ONU sulla pandemia. I finanziamenti necessari secondo l’ONU e l’OMS per la lotta contro il Covid-19 stimati tra i 32 e i 40 miliardi di $, sono ancora lontani. Non solo ma , peggio: a) i paesi ricchi , rappresentanti il 14% della popolazione mondiale hanno già comprato individualmente (in concorrenza) e congiuntamente (per ottimizzare la probablità di accesso alle dosi dei vaccini) il 60% delle dosi previste disponibili nel 2021; b) l’OMS ha stimato che solo il 20% della popolazione mondiale avrà accesso ai vaccini entro il 2021, l’80% restante dovrà aspettare il 2022, il 2023….se tutto va bene; c) siamo lontani dai finanziamenti promessi nel campo della lotta contro la fame, per il diritto universale all’acqua nella quantità e qualità necessarie ed indispensabili, per i profughi ed i rifugiati, per l’educazione dei bambini, per l’alloggio per tutti, cioé in quei campi da cui dipende lo stato della salute di un paese. La lotta contro l’impoverimento resta una politica dell’aiuto, della carità, non una lotta per l’estirpazione dei fattori strutturali generatori d’impoverimento; d) i paesi firmatari del Trattato di Parigi si erano impegnati ad allocare 100 miliardi annui a partire dal 2020 per la lotta al disastro climatico. Ebbene, nessuno dei potenti osa dire dove sono i 100 miliardi; e) sappiamo pero’ da chi e dove è stato speso nel 2019 il trilione e 800 miliardi per gli armamenti, il cui 25% sarebbe sufficiente per coprire tutti i bisogni finanziari sopra menzionati . Sappiamo, infine, che le spese militari non diminuiranno nel 2020!!! I dirigenti mondiali, imprese high-tech in testa, operano delle scelte che di fatto sono dei crimini contro l’umanità e contro la comunità globale della vita del pianeta.
Diciamo le cose come sono: i diritti universali alla vita e della vita non sono più una priorità dell’agenda politica nazionale, continentale e mondiale dei potenti. I diritti hanno cessato di essere, persino sul piano proclamatorio, una priorità politica e sociale, per non parlare di priorità antropologica. All’era dell’antropocene, la scienza e la tecnologia sono sempre di più apertamente messe al servizio degli interessi di conquista, di guerra e di dominio.
Il conflitto esploso il 23 ottobre in ambito WTO/TRIPs ritornerà in forza il 17 dicembre perché una novantina di paesi “del Sud” ha chiesto di discutere nuovamente la proposta iniziale dell’India e del Sudafrica di sospendere l’applicazine delle regole relative ai brevetti sui medicinali e sui vaccini anti-Covid-19. La reazione dei paesi del Nord resta negativa. Il fatto che ora i vaccini cominciano ad essere autorizzati li spinge a irrigidire la loro posizione. Si sentono più forti per imporre i loro interessi.
In quanto cittadini responsabili e Abitanti della Terra con equale dignità, diritti e doveri dobbiamo sostenere le rivendicazioni della stragrande maggioranza della popolazione mondiale: no ai brevetti sui vaccini, no ai profitti dalla salute, i medicinali, i vaccini sono dei beni comuni pubblici mondiali – come l’acqua, le sementi e la conoscenza – e non sono proprietà di imprese multinazionali.
Cambiare le narrazioni sulla vita e i sistemi di regolazione (eco-nomia= regole della casa). Le proposte dell’Agora degli Abitanti della Terra
La situazione mondiale è drammatica. Ciò non significa che sia impossibile invertire le tendenze. Di seguito richiamo “secondo lo stile twitter” le soluzioni che l’Agorà degli Abitanti ha sottoposto all’attenzione del presidente dell’Assemblea generale dell’Onu in occasione della Sessione speciale su Covid-19. Le nostre proposte sono state oggetto di una consultazione con associazioni, gruppi, movimenti e reti di cittadini durante il mese di novembre. Abbiamo ricevuto 1.285 email personali di sostegno firmate provenienti da 53 Paesi.
E’ necessario cambiare le priorità della finanza globale investendo nell’economia dei beni pubblici mondiali. A tal fine occorre creare un fondo finanziario pubblico cooperativo per la salute, come parte integrante di un Cassa mondiale di depositi e prestiti per beni pubblici mondiali. Occorre altresì lanciare un piano mondiale di riduzioni immediate della spesa militare e la riconversione della sua allocazione allo sviluppo, alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi pubblici nel settore sanitario e nei settori correlati dell’acqua e dell’agroalimentare.
Il diritto universale alla vita implica che i beni e i servizi indispensabili non possono essere privatizzati e dissociati dai diritti universali. I brevetti sulla vita (e sull’intelligenza artificiale) sono un esempio illogico di dissociazione tra i beni indispensabili per la vita e il diritto alla vita. E’ necessario, immediatamente, approvare l’abbandono per il periodo 2021-2023 dell’applicazione delle norme relative ai brevetti sugli organismi viventi e, a partire dal 2024, abolire i brevetti privati a scopo di lucro sul vivente e sull’intelligenza artificiale. Il tutto, inquadrato in un Patto Mondiale sulla Scienza per la Vita e la Sicurezza per tutti gli abitanti della Terra, parte integrante di un processo di costruzione di una nuova architettura politica mondiale capace di mettere fuori legge la finanza predatrice. La “sicurezza globale” dei beni pubblici mondiali deve essere al centro di questo processo. A tal fine, due passi importanti sono da compiere: l’apertura di una Casa Comune Mondiale della Conoscenza, basata sulla messa in comune di conoscenze, esperienze, strumenti tecnici (caso del Costa Rica in materia di salute…) e la creazione di un Consiglio di sicurezza globale per i beni e i servizi pubblici (a partire dalla salute, dall’acqua e dalla conoscenza).
La questione mondiale è altrettanto netta e forte. Sapranno, eccome, i dominati liberarsi dall’attuale società di dominio. La storia “si ripete” ma mai negli stessi termini e modalità di prima. Le lotte di liberazione degli schiavi, le lotte di liberazione dei popoli, le lotte di liberazione degli operai e delle donne sono inglobate nella lotta di liberazione dell’umanità nella sua totalità e integralità.
Siamo in un’altra storia: dalla liberazione dei vari “io” (gli individui, i gruppi) siamo immersi nella liberazione di “noi” (la comunità globale di vita della Terra). In opposizione alla vita dominata dai portatori d’interesse, abbiamo iniziato a scrivere la storia dell’universalità comune della vita.