Al termine di una complessa e difficile trattativa, la soluzione per i nuclei abitanti nello stabile di proprietà della famiglia Armellini- minacciati di sgombero a causa di una sentenza che riconosce un risarcimento di 260mila euro mensili all’ineffabile proprietaria per il mancato intervento della forza pubblica per liberare il palazzo occupato nel 2013- è una realtà.
L’impegno della Regione Lazio, che ha messo a disposizione la quasi totalità degli alloggi necessari, del Comune di Roma e della Prefettura, ha fatto sì che non si dovrà assistere ad un nuovo scellerato intervento muscolare in divisa come quelli che abbiamo vissuto in città negli ultimi anni. La garanzia del passaggio da casa a casa, per chi è stato costretto dallo stato di necessità ad occupare stabili abbandonati, ora può diventare un orizzonte nuovamente praticabile, segnando la strada di quella nuova stagione di politiche abitative per cui continuiamo a lottare con risolutezza.
Questo passaggio diviene infatti ancora più rilevante se guardiamo al prossimo futuro, con migliaia di sfratti in programmazione e nuovi sgomberi sui quali aprire percorsi risolutivi possibili. Senza dimenticare i numerosi pignoramenti (anche delle prime case) cresciuti come le morosità con la crisi pandemica, e per i quali anche le tutele di legge diventano più sottili e sbilanciate a favore di grandi proprietari e istituti di credito.
AS.I.A. Usb