Editoriale – La Jornada
L’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) ha riferito che i suoi paesi membri non sono stati in grado di finalizzare alcun accordo per il rilascio di brevetti per i vaccini contro il Covid-19. La sospensione provvisoria della proprietà intellettuale su questi farmaci è stata discussa sulla base di una proposta presentata da India e Sudafrica con l’obiettivo di accelerare la produzione di immunizzanti e colmare l’enorme divario tra nazioni ricche e povere nella protezione dei propri cittadini contro il coronavirus.
Va ricordato che lo scorso aprile i legislatori federali e i vertici sindacali, della sanità pubblica e della difesa dei consumatori hanno consegnato alla Casa Bianca una petizione da 2 milioni di firme in cui il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è stato invitato ad unirsi ai 100 Paesi che già poi promosso anteponendo le persone ai profitti, garantendo l’accesso universale a ricette e materiali per produrre vaccini anti-Covid-19. Pochi giorni dopo, l’amministrazione democratica ha annunciato che avrebbe sostenuto la mozione perché, pur credendo fortemente nella tutela della proprietà intellettuale, ha riconosciuto che le circostanze straordinarie della pandemia richiedono misure straordinarie. La posizione degli Stati Uniti ha fatto sperare che si sarebbero fatti progressi nella giusta direzione a causa della grande influenza di questa nazione all’interno dell’OMC.
In quasi sei mesi da allora, la validità dei brevetti è stata uno dei fattori che mantiene i paesi poveri in un deplorevole ritardo nella vaccinazione. Con i dati di fine settembre, 3mila 420 milioni dei 7mila 874 milioni di abitanti del pianeta avevano ricevuto almeno una dose di alcuni degli antigeni disponibili, ma mentre le nazioni sviluppate hanno già avviato l’applicazione di terze dosi, in Africa solo sei persone su 100 hanno avuto il primo o il secondo. In alcuni paesi africani – e in altri continenti – è stato immunizzato meno dell’uno per cento della popolazione.
In questo scenario, il fallimento dei negoziati nell’organizzazione multilaterale rivela che, per le grandi multinazionali farmaceutiche e per i governi che sostengono i loro interessi, i profitti privati sono effettivamente al di sopra della vita umana. È una politica tanto egoista quanto autodistruttiva, poiché è noto che la pandemia non finirà finché ci saranno grandi regioni esposte alla diffusione del virus, che approfitteranno della popolazione vulnerabile per continuare a mutare e generando nuove (e potenzialmente più dannose) varianti. A causa della globalizzazione, questi circoleranno lontano dalle loro aree di origine e potrebbero essere resistenti ai vaccini sviluppati finora, ponendo così un rischio latente di nuove ondate di pandemia.
Si può votare affinché le società, soprattutto le nazioni più ricche, facciano pressione sui propri governi affinché mettano da parte questa miopia e prendano le giuste decisioni per superare l’emergenza sanitaria che da più di 19 mesi colpisce tanto la salute fisica quanto quella mentale , la vita e l’economia di miliardi di persone.