Rapporto 2021-2022: le violazioni dei diritti umani nel mondo

il 2021 doveva essere l’anno dei cambiamenti, dell’uguaglianza, del “ricostruiremo un mondo migliore”. Purtroppo, non è stato così. Le promesse, infatti, non sono state mantenute e sempre più persone sono state abbandonate a loro stesse, in ogni parte del mondo. Cosa è andato storto? Invece di sradicare le politiche divisive, i leader del mondo si sono ritirati nelle loro caverne fatte di interessi nazionali. Invece di fornire maggiore sicurezza, ci hanno spinti sempre più verso l’abisso nell’insicurezza e, in alcuni casi, anche della guerra.

Il Rapporto 2021-2022 di Amnesty International (https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2021-2022/racconta, attraverso un’approfondita analisi, le violazioni dei diritti umani registrate in 154 paesi.  Il 2021 è stato un anno difficile, un anno in cui molti conflitti si sono aggravati e le disuguaglianze sono aumentate. Le conseguenze di queste scelte sono ricadute su persone innocenti: molte donne si sono viste negare i propri diritti, come il diritto allo studio, alla libertà di espressione, perfino il diritto alla vita; molti rifugiati non hanno ottenuto la protezione a cui avevano diritto. In alcune zone del mondo, manifestare il proprio dissenso è diventato più difficile, se non impossibileIn Italia, abbiamo assistito a diverse violazioni dei diritti delle persone più vulnerabili, delle minoranze e della società civile impegnata nella lotta per la libertà e per la solidarietà internazionale.

Nel frattempo, il fallimento globale nella costruzione di una risposta mondiale alla pandemia ha sparso i semi di conflitti e ingiustizie sempre maggiori. La crescente povertà, l’insicurezza alimentare e la strumentalizzazione della pandemia da parte dei governi, per reprimere il dissenso e le proteste, sono all’ordine del giorno.

Nel 2021, le persone di tutto il mondo hanno protestato, non soltanto per i loro diritti ma anche in solidarietà per i diritti di tutti. Hanno chiesto istituzioni migliori, leggi eque e una società più giusta. Il Comitato per il Nobel ha riconosciuto coraggiosi esempi di questa dedizione e visione nell’assegnare il premio Nobel per la pace 2021 a due giornalisti, la filippina Maria Ressa e il russo Dmitrji Muratov, per la loro coraggiosa presa di posizione contro la corruzione istituzionale e le restrizioni sulla stampa nei loro rispettivi paesi. In tutto il mondo le persone hanno fatto sentire la loro voce, anche davanti alla crudele repressione delle autorità e a governi che in alcuni casi hanno usato la pandemia come una cortina fumogena per negare il diritto di protesta. Nel 2021, almeno 67 paesi hanno introdotto nuove leggi per limitare la libertà d’espressione, associazione o riunione. E tuttavia ciò non ha dissuaso la gente dal fare sentire la propria voce. In più di 80 paesi, persone hanno protestato in massa. In Russia, i raduni organizzati a sostegno del leader d’opposizione Aleksej Naval’nyi sono proseguiti anche di fronte a una quantità di arresti arbitrari di massa e procedimenti giudiziari mai vista prima. Gli agricoltori in India hanno manifestato contro tre controverse legislazioni sull’agricoltura fino a dicembre, quando il governo federale indiano si è piegato alla saggezza della volontà popolare e ha abrogato la legislazione. Per tutto il 2021, le persone hanno continuato a protestare. In Colombia, Libano, Myanmar, Sudan, Thailandia, Venezuela e in molti altri paesi.

Nel 2021, società civile e giornalisti hanno sfidato anche colossi della tecnologia. Il Pegasus Project, nato da un’importante collaborazione tra esperti dei diritti umani e giornalismo investigativo, ha rivelato come persone critiche verso i governi e difensori dei diritti umani fossero stati vittime della sorveglianza di Stato, mettendo in luce l’impiego di tattiche subdole per soffocare il dissenso. L’anno ha anche visto applicare multe da record ad alcune delle principali aziende tecnologiche per violazione della protezione dei dati e delle leggi sulla privacy, tra cui Amazon (multata per 746 milioni di euro), WhatsApp (225 milioni di euro) e Grindr (6,34 milioni di euro).

Se i governi non sapranno ricostruire un mondo migliore (visto che lo stanno ricostruendo nel modo sbagliato), non abbiamo molte possibilità. Dobbiamo vagliare attentamente ogni decisione e combattere ogni tentativo di imbavagliare le nostre voci. Ma dobbiamo anche fare uno sforzo e venirci incontro. Dobbiamo costruire insieme un movimento più concreto, esigente e insistente, che abbia come obiettivo una solidarietà globale, fatto dalla gente per la gente. Se i nostri leader non ci guideranno verso i diritti, allora dovranno essere i diritti a guidarci gli uni verso gli altri. Per questo dobbiamo organizzare, sostenere e rendere possibile un movimento per la giustizia.

Qui il testo del Rapporto di Amnesty: https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2021-2022/

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