Roma, Santa Maria della Pietà: Zingaretti e Gualtieri tradiscono Basaglia e rifanno il manicomio

Comitato Si può fare! – 14 maggio 2022

Il recente annuncio da parte del Presidente Zingaretti della realizzazione di un centro per i disturbi alimentari con 7 posti letto al Padiglione 14 dell’Ex Ospedale Psichiatrico S.Maria della Pietà, rappresenta l’ennesima picconata allo spirito ed alla lettera della Legge 180 che, il 13 maggio 1978, volle mettere la parola fine all’istituzione manicomiale.
Il Centro, che è, a pieno titolo, parte del Dipartimento Salute Mentale, si aggiunge al Servizio per le Dipendenze (SERD) ed al centro residenziale trasferito nel 2005 al padiglione 9. Tutti servizi di carattere psichiatrico che, come afferma in un comunicato, la Presidente della Consulta Regionale per la Salute Mentale, Daniela Pezzi (in allegato), non potrebbero essere collocati in un Ex Manicomio per Legge.

Quando la giunta Storace, agli inizi del 2000 iniziò a prefigurare la riospedalizzazione del S.Maria della Pietà e la ricollocazione al suo interno di servizi psichiatrici, il Centro Sinistra aprì una dura battaglia contro quello che era un attacco simbolico e materiale alle conquiste della Legge 180.

Ma la memoria dei nostri governanti è corta e, negli anni, quel progetto è stato assunto e in parte realizzato da Zingaretti. Si dimentica che il movimento basagliano lottò duramente perché tutti i pazienti che si trovavano al Santa Maria, fino all’ultimo, ne uscissero trovando collocazioni degne e integrate nel territorio cittadino ed affinché l’ex Manicomio fosse restituito alla città per un uso civico e partecipato.

Dimenticano che le leggi nazionali, non solo vietano la realizzazione di strutture psichiatriche negli Ex Ospedali Psichiatrici, ma prevedono che il loro patrimonio produca redditi per realizzare le strutture territoriali dedicate alla Salute Mentale, cioè all’applicazione della Legge 180.

Dimenticano, ancora, che la Legge 180, escludendo qualsiasi ipotesi di riforma dei manicomi e puntando alla loro dismissione, affermava chiaramente che fosse proprio la logica perversa di concentrare in un solo luogo la cura e l’assistenza delle persone con differenti disturbi psichici all’origine degli orrori istituzionali che ne derivavano.
La nuova concentrazione di strutture psichiatriche al S.Maria della Pietà è la conseguenza della scelta da parte della Giunta Zingaretti di consegnare, in piena autonomia, alla ASL RM1, il patrimonio del S.Maria della Pietà, eludendo la normativa nazionale ed il buon senso.

L’aggiunta ai servizi psichiatrici di strutture legate alla malattia cronica e alla disabilità compiono il percorso di costruzione, nei fatti, di un nuovo manicomio al S.Maria della Pietà.

Colpevole è anche il Comune di Roma, sia con l’amministrazione Raggi che con l’attuale gestione Gualtieri, che ha accettato ed accompagnato le scelte regionali rinunciando al diritto-dovere di determinare gli indirizzi per quella che è una Centralità Urbana prevista dal Piano Regolatore e ignorando qualsiasi processo partecipativo rigettando le richieste di associazioni e cittadini che, da sempre, chiedono di fare del S.Maria della Pietà un Polo di eccellenza socio-culturale Pubblico.
Grave è l’intenzione da parte dell’amministrazione comunale di offrire a questo progetto sbagliato e nocivo dell’interesse pubblico i previsti fondi del PNRR; ancora una volta senza alcun confronto con le associazioni ed i cittadini.

Ci appelliamo alle forze sane del Consiglio Comunale che ancora possono recuperare una coscienza democratica e civile affinché riaprano una discussione partecipata e pubblica sul destino di questo luogo prezioso, per restituire il S.Maria della Pietà alla città ed alle intenzioni di quel movimento straordinario che seppe aprirne i cancelli in nome dell’umanità e della liberazione.

Ci associamo alla richiesta della Consulta per la Salute Mentale affinché, per il Centro Disturbi Alimentari, venga individuata una sede idonea che non sia al S.Maria della Pietà.

 

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