Giovedì 9 giugno alle ore 18.30 mobilitazione per la pace a piazza Vittorio a Roma
La guerra in Ucraina si aggiunge ai tanti conflitti armati troppo spesso dimenticati presenti nel mondo e riapre nel cuore dell’Europa un conflitto drammatico, con effetti devastanti sulle popolazioni civili, per i bombardamenti, le distruzioni e gli esodi di massa di donne, uomini e bambini.
Sindacati, movimenti e reti sociali si mobilitano contro la guerra, condannando l’invasione russa dell’Ucraina, ed esprimono la solidarietà al popolo ucraino attraverso aiuti umanitari, sostegno alla popolazione e ai progetti di accoglienza. Allo stesso tempo, convinti che la Pace si costruisce attraverso il negoziato, questo universo ha posto in essere iniziative che hanno provato a sollecitare una forte iniziativa politica e istituzionale del Governo Draghi e dell’Europa per arrivare a immediato cessate il fuoco e ad una Pace stabile in grado di garantire pace, giustizia e sicurezza all’Ucraina, alla Russia e all’Europa. Invece assistiamo sgomenti al tentativo di sovrapposizione politica di Europa e NATO. La diplomazia tace e all’escandescenza verbale dei capi di stato segue l’escalation militare, con la decisione dei governi degli stati aderenti alla NATO, tra cui quello italiano, e alcuni altri governi, di inviare armi all’Ucraina, invece di lavorare per il cessate il fuoco e per l’apertura di un negoziato. Questa scelta la giudichiamo: gravissima, senza sbocco, estremamente preoccupante e pericolosa.
Con il continuo invio di armi incentiviamo l’inasprirsi della guerra fino al rischio di utilizzo delle armi nucleari. Dal nostro punto di vista, insieme alle tante forze che compongono il movimento per la Pace dobbiamo riprendere l’iniziativa pubblica e continuare a mobilitarci a livello locale e internazionale e levare forte la voce per la cessazione immediata del conflitto nel rispetto della convivenza delle popolazioni e degli Stati coinvolti e dell’autodeterminazione dei popoli. La Pace, punto essenziale della nostra Costituzione, è la premessa indispensabile per affermare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, delle figure della precarietà diffusa, per costruire una società fondata sulla giustizia sociale e ambientale, sul rispetto delle generazioni che verranno.
La guerra rappresenta l’antitesi di tutto ciò per cui ci mobilitiamo. La guerra non è un fatto che si manifesta all’improvviso, bensì si costruisce giorno dopo giorno in mesi o anche anni. Allo stesso modo anche la Pace è un processo che va costruito e rafforzato con fatti concreti e l’urgenza che la situazione impone.
La smilitarizzazione del dibattito politico e la Pace sono premesse indispensabili per continuare a lottare per un cambiamento del modello di sviluppo economico e sociale equo, giusto, aperto e ambientalmente sostenibile. La guerra impoverisce, aumenta le ingiustizie sociali, ambientali ed ecologiche a danno soprattutto delle classi sociali che vivono già in grande difficoltà; produce esclusione sociale, allarga le disuguaglianze, le nasconde (spostando l’attenzione sul conflitto) e impedisce di risolverle; rafforza le mafie, la corruzione e amplia la zona grigia rafforzando la criminalità organizzata e il ricatto che questa esercita sui territori; distrugge interi ecosistemi.
Per queste ragioni intendiamo condividere con i movimenti sociali, le sensibilità pacifiste, le varie anime della società civile impegnata per l’ambiente, i diritti, la giustizia sociale, ambientale ed ecologica, la costruzione della mobilitazione che porterà all’assemblea-manifestazione pubblica del 9 giugno a Piazza Vittorio a Roma.
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