16 giugno 2022 – Eurispes
L’Italia è in grado di promuovere i cambiamenti radicali, gli aggiustamenti profondi necessari per uscire dalla crisi in atto, aggravata dalla pandemia e dalla guerra? È questo l’interrogativo con cui deve confrontarsi il Piano del Governo per la ricostruzione e resilienza (PNRR 2021) partendo dalla consapevolezza che questa fuoruscita è impossibile senza una forte discontinuità con il passato.
Uno dei principali elementi di cambiamento è certamente lo spostamento del pendolo del rapporto tra Stato e mercato a favore dello Stato, al quale deve essere riconosciuto il ruolo non solo di correttore dei fallimenti del mercato e di prestatore di risorse in ultima istanza ‒ come è avvenuto per anni in base a una cultura liberista spinta all’estremo ‒ ma anche di soggetto primario, promotore, in virtù della sua forza istituzionale e della sua capacità di investimento, di un nuovo sviluppo sostenibile sul piano economico, ambientale e sociale.
L’Unione europea, con il Piano Next Generation EU, e l’Italia, con il Piano nazionale PNRR, mettono in campo le risorse per un progetto organico di ricostruzione del Paese, da realizzare secondo contenuti e tempi definiti. La ricostruzione dovrà avvenire ponendo anzitutto rimedio alla carenza di beni pubblici essenziali in primo luogo per la salute, l’istruzione, il lavoro dei cittadini. E, poi, a quella di infrastrutture materiali e immateriali e del sistema produttivo, riorganizzando le fonti di approvvigionamento delle materie prime, a cominciare dall’energia, le catene del valore, le reti distributive.
A questo insieme di questioni è dedicato il 34° Rapporto Italia dell’Eurispes che analizza, in particolare, la struttura del PNRR, il problema della governance di sistema e le strategie per le imprese, per i territori e per la coesione sociale.
La sintesi del rapporto è consultabile al link: https://eurispes.eu/wp-content/uploads/2022/05/eurispes_sintesi-rapporto-italia-2022.pdf.