Il cibo e la nutrizione sono il flusso e la valuta dei cicli della vita. Il cibo è il grande connettore della rete della vita. Collega gli organismi del suolo con le piante, gli insetti e gli animali.
Il cibo è un dono della Terra che ci viene offerto dal lavoro e dalla fatica di donne, agricoltori, braccianti, pescatori, pastori, giardinieri e madri.
I veri contadini producono cibo vero, che nutre il suolo, le piante e gli animali, compresi gli esseri umani. La vera agricoltura ha sostenuto la Terra e le sue civiltà per millenni. I principi della vera agricoltura: agroecologia, agricoltura rigenerativa, agricoltura naturale e biologica, si basano sulla diversità e sulla cura. Massimizzano la biomassa fotosintetica per molteplici funzioni e usi, riciclando la materia organica e rispettando la “legge del ritorno”.
Il cibo vero è un diritto di tutti gli esseri viventi. Alimentarsi significa essere vivi. Nutrirsi di cibo vero significa stare bene e in salute. Il cibo vero è al centro della salute del pianeta, oltre che della nostra salute e del nostro benessere.
I sistemi alimentari industriali basati su combustibili fossili e sostanze chimiche esistono da meno di un secolo. In pochi decenni, i sistemi alimentari industriali hanno distrutto i sistemi della Terra, la salute umana e i mezzi di sussistenza, violando direttamente le leggi ecologiche e quelle della giustizia.
Il sistema industriale globalizzato di produzione di merci, che non conosce limiti, sta contribuendo alla distruzione ecologica dei processi vitali della Terra e della salute del pianeta. Ha contribuito alla comparsa di nuove malattie infettive (come l’Ebola, l’HIV, la ZIKA, il vaiolo delle scimmie e così via) a causa dell’invasione degli ecosistemi forestali. Ha contribuito all’aumento di malattie croniche non trasmissibili come il cancro, il diabete, l’infertilità e le malattie neurodegenerative. Le emergenze ecologiche sono i disturbi metabolici del sistema planetario, proprio come i disturbi metabolici dell’organismo umano, che stanno portando all’emergenza sanitaria.
L’attuale crisi dei prezzi e la crisi alimentare imminente non sono un sintomo dell’invasione russa dell’Ucraina, ma di un sistema che si è spinto troppo oltre. Secondo la FAO, la Banca Mondiale e il Gruppo internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili (IPES), al momento non c’è alcun rischio di scarsità di approvvigionamento alimentare a livello mondiale.
Siccome il cibo è stato ridotto a un bene finanziario e a una merce, l’eccesso di speculazione dovuto alla finanziarizzazione del cibo è alla base della crisi. Che si traduce in forti aumenti dei prezzi per i consumatori e in maggiori guadagni economici per gli operatori finanziari e le grandi multinazionali dell’agricoltura. Ciò che viene sistematicamente ignorato dalla maggior parte delle diagnosi sull’attuale crisi alimentare è che il problema non risiede in una mancanza di offerta o di integrazione del mercato, ma piuttosto nel modo in cui il sistema alimentare è strutturato intorno a sistemi di potere.
È tempo di abbandonare questi sistemi economici ad alta intensità di sfruttamento delle risorse e basati sul profitto che hanno creato il caos in tutto il mondo, sconvolgendo gli ecosistemi del pianeta e danneggiando i sistemi sociali per la salute, la giustizia e la democrazia.
Il passaggio da una globalizzazione corporativa alimentata dai combustibili fossili a una localizzazione delle nostre economie è diventato un imperativo ecologico e sociale.
Dobbiamo mettere in pratica quanto è stato concordato dalle comunità a livello internazionale sulla necessità di creare un’alternativa all’agricoltura industriale e al modello della grande distribuzione. La creazione di economie ecologiche locali basate sul “lavoro del pane”, sulla rigenerazione del lavoro reale e sulla co-creatività con la natura è l’unica via sostenibile per la terra e le società umane.
La risposta etica ed ecologica alle crisi attuali è quella di tornare alla Terra e alle sue leggi ecologiche per garantire cibo per tutti, salute per tutti, lavoro per tutti.
La risposta antiecologica è quella di aumentare esponenzialmente la crescita del sistema alimentare industriale. Distruggere le vere fattorie, i veri agricoltori, il vero cibo e imporre fattorie iperindustriali a monocoltura, gestite da robot e intelligenza artificiale, per produrre materie prime di carboidrati, proteine e aminoacidi per sistemi alimentari industriali artificiali creati in laboratorio. Questa è la distopia dell’”agricoltura senza agricoltori” e del “cibo senza fattorie”. La falsa soluzione che i grandi inquinatori che hanno contribuito maggiormente al cambiamento climatico stanno imponendo al mondo.
I sistemi alimentari industriali si basano sulla separazione e sulla specializzazione come monocolture unidimensionali.
“La natura non separa mai il mondo animale da quello vegetale. È un errore che non può tollerare e, tra tutti gli errori commessi dall’agricoltura moderna, l’abbandono delle pratiche miste di coltivazione di colture e allevamento di animali è stato il più fatale.” Albert Howard, The Soil and Health: A Study of Organic Agriculture (Il suolo e la salute: Uno studio sull’agricoltura biologica).
Rivendicare la libertà dei semi e la libertà alimentare è il nostro dovere ecologico ed etico nei confronti della Terra, della nostra famiglia terrestre e dell’umanità.
Come afferma Nadia El Hage nella sua “Chiamata all’azione ai contadini, ai pastori, alle popolazioni indigene e a tutti i consumatori che si preoccupano della buona qualità del cibo – Basta con gli attacchi alle culture agro-silvo-pastorali”: “L’attuale contesto della politica alimentare è determinato da un’agenda globale implicita che cerca di sostituire la produzione animale terrestre con proteine prodotte in laboratorio. Questa tendenza è sostenuta da una campagna globale contro la produzione di bestiame, e in particolare contro gli animali allevati con metodo biologico“.
Si è volutamente creata una confusione tra gli allevamenti intensivi basati sullo sfruttamento, che possono contare su enormi sussidi pubblici, e i piccoli allevamenti ecologici che sono parte essenziale di un sistema integrato. Di conseguenza, gli animali sono spesso visti come il problema principale dei moderni sistemi alimentari e molti sostengono la necessità di eliminarli. È fondamentale capire la differenza tra i due sistemi: mentre i piccoli agricoltori integrano gli animali come diversità vitale in un agroecosistema funzionale, non torturano e non sovrappopolano, gli allevamenti intensivi sono caratterizzati da un numero enorme di animali stipati in condizioni deplorevoli, che emettono gas serra.
Stiamo vedendo come questa agenda globale per cancellare le culture basate sulla terra ignori le stesse crisi che ha creato. Come nel caso della brucellosi che si sta diffondendo tra le bufale in Italia, causata dai sistemi di allevamento intensivo. La narrazione distorta utilizza questo fenomeno come mezzo per imporre false soluzioni al cambiamento climatico e alla scarsità di cibo. L’abbattimento di questi animali, reso necessario dalla produzione di tipo industriale, sta ora distruggendo anche i mezzi di sostentamento dei veri piccoli produttori di mozzarella. In mezzo a questa distruzione del cibo vero e della cultura del cibo vero, le aziende del cibo artificiale traggono vantaggio dalla distruzione. Come, per esempio, la start-up tedesca Formo, che sta ricevendo finanziamenti record per produrre ricotta e mozzarella artificiale in laboratorio.
Prepariamoci a una rinascita – attraverso la campagna “Il nostro pane la nostra libertà” – che metta la salute e il benessere di tutti i popoli e del pianeta al centro di tutte le politiche governative e istituzionali, della costruzione delle comunità e dell’azione civica.
“Sintonizziamo il nostro potenziale creativo con quelle leggi superiori e universali di ecologia e umanità che rendono possibili la vita e il benessere per tutti” – Dr. Vandana Shiva.
CHIAMATA ALL’AZIONE PER LA LIBERTA’ E LA SOVRANITA’ ALIMENTARE E DEI SEMI
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- Diritto di salvare e condividere i semi a impollinazione libera che ci forniscono nutrimento e resilienza climatica. No ai brevetti sulla vita e ai brevetti sui semi.
- Diritto alla salute e alla sicurezza, alla sovranità e alla libertà alimentare. Diritto alle norme di biosicurezza che regolano gli OGM – vecchi e nuovi. La deregolamentazione viola i diritti democratici dei cittadini e i diritti della Madre Terra e dell’integrità della sua specie.
- Diritti dei contadini e diritti degli agricoltori, dei pastori e dei pescatori ai mezzi di sussistenza e al loro diritto di fornire alla società cibo vero, sano e nutriente.
- Libertà di tutti gli esseri viventi dai veleni e dai prodotti agrochimici che sono alla base dell’agricoltura industriale. Diritto a praticare diversi sistemi di coltivazione con la natura: agroecologia, agricoltura rigenerativa, agricoltura biologica e naturale.
- Libertà dai combustibili fossili e dai sistemi energetici negativi che consumano 10 volte più energia esterna di quella che producono.
- Diritto al cibo per tutti e libertà da speculazioni e monopoli che creano aumento dei prezzi e scarsità, privando le popolazioni più povere e vulnerabili dell’accesso al cibo. Il cibo è un bene pubblico e i governi hanno il dovere di regolamentare i colossi finanziari e garantire che nessuno soffra la fame.
- La libertà di conservare la nostra biodiversità di piante e animali e di partecipare alle nostre diverse culture e ai nostri sistemi di conoscenza che rigenerano il pianeta, la nostra vita, la nostra salute e la nostra libertà.
- Il nostro pane, il nostro cibo, è la nostra libertà. Siamo co-creatori e coproduttori con i nostri simili che sono membri di un’unica famiglia terrestre: i nostri animali nei piccoli allevamenti e nei pascoli, i pesci nelle nostre acque, i lombrichi e i funghi micorrizici nel suolo, gli insetti che tessono la rete della vita e la rete alimentare.
CHIAMATA ALL’AZIONE – “Il nostro pane, la nostra libertà” 2022