Roma, 22 dicembre 2022 – Si è svolta ieri pomeriggio, in occasione della discussione della Legge di bilancio, che oggi sarà in aula alla Camera e venerdì 23 avrà il voto di fiducia, la mobilitazione promossa dalla campagna “Non per noi ma per tutte e tutti” e dal Tavolo No Autonomia Differenziata.
Realtà sociali, sindacali e forze politiche, insieme, per chiedere il ritiro della bozza di legge Calderoli, dell’art. 143 della Legge di Bilancio e la cancellazione del comma 3 dell’art 116 della Costituzione.
“La battaglia contro l’Autonomia Differenziata rappresenta oggi l’unico argine alla frammentazione della Repubblica e alla disgregazione dei concetto di uguaglianza e sussidiarietà così come previsti dalla nostra Costituzione” afferma Marina Boscaino, Portavoce del Tavolo No AD. “Attraverso l’articolo 143 della Legge di Bilancio, il Governo apre le porte all’Autonomia Differenziata e istituzionalizza definitivamente le ingiustizie e le disuguaglianze. L’autonomia differenziata liquiderebbe definitivamente tutto ciò che è “pubblico”, cioè finalizzato all’interesse generale, destinato a diminuire le differenze tra ricchi e poveri. Principi e diritti sociali previsti nella prima parte della Costituzione di fatto sarebbero annullati, aprendo alla privatizzazione in ogni settore e a contratti di lavoro regionali. Ai Livelli essenziali di prestazione (LEP), da molti indicati come la soluzione del problema e quindi grimaldello per l’autonomia differenziata, ma che rischiano di definire servizi minimi costituzionalizzati, a cui poi le singole Regioni aggiungeranno più ricche funzioni, vanno sostituiti dei livelli uniformi di prestazione. Solo così sarà possibile evitare che chi può ce la fa e gli altri si arrangino”.
“Il progetto di Autonomia Differenziata è la cornice e l’espressione assoluta di una Legge di bilancio classista che fa cassa sui poveri, tradisce la Costituzione, cancella il reddito di cittadinanza scaraventando senza alternative nella miseria milioni di persone, non affronta né i limiti del nostro modello industriale ed energetico né la crisi ecologica” sostiene Giuseppe De Marzo, Coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari. “L’obiettivo della nostra mobilitazione è continuare a costruire la più grande alleanza possibile tra realtà sociali, sindacali e forze politiche che condividono il no all’autonomia differenziata e ritengono che la priorità nel paese sia la questione sociale. Ma allo stesso tempo continueremo a mobilitarci in piazza su tutti i principali punti dell’agenda sociale condivisa da più di 700 realtà, a partire dalla battaglia per il Reddito di cittadinanza. Insieme al Movimento Femminista lavoreremo a costruire una mobilitazione che riaffermi la necessità di una misura per garantire il diritto al reddito ed all’autodeterminazione, contro le misure del Governo Meloni così ferocemente classiste e patriarcali. Non è vero che i soldi non ci sono, vanno fatte altre scelte.”
Dalla piazza si sono alternate numerose voci di realtà che hanno evidenziato come il progetto di Autonomia Differenziata investirà i settori che rappresentano, comprimendo diritti e libertà in tutte le 23 materie coinvolte, tra cui sanità, lavoro, scuola, ambiente. Da Salviamo la Costituzione all’ Associazione Beni comuni “S. Rodotà”, da Liberacittadinanza ad Unione inquilini, dalla Casa internazionale delle donne ai Giuristi Democratici, dalla UIL di Roma e del Lazio alla associazione Fai Agisa -antiusura e antiracket, dalla CGIL di Roma e Lazio alla FLC-CGIL-Scuola, dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua al Forum per il diritto alla salute, dall’ ANPI all’USB, Cobas, SGB fino a cittadine e cittadini.
In piazza numerose voci della politica ferme oppositrici del disegno Calderoli: Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, che era presente con un nutrito gruppo di colleghe e colleghi; Peppe De Cristofaro e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana; Filiberto Zaratti e Marco Cacciatore di Europa Verde; Piernicola Pedicini, europarlamentare del Gruppo EFA; Luigi De Magistris e Paola Nugnes di Unione Popolare e Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista.
Assente invece il Partito Democratico, nonostante le tiepide dichiarazioni di contrarietà all’autonomia differenziata di alcuni esponenti.
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