La destra (in Italia e nel mondo) difende le politiche economiche e produttive adottate sinora. E attacca i movimenti ambientalisti. Nascondendo la propria responsabilità
Di Giuseppe De Marzo – L’Espresso 27 agosto 2023
Il 2023 ha segnato il record di concentrazione di CO2 in atmosfera: 424 ppm (particelle per milione). Anche quest’anno il livello di anidride carbonica è cresciuto. Prima della rivoluzione industriale era di 280 ppm, dopo la Prima guerra mondiale di 310 ppm. L’accelerazione inizia nel 1990. E le emissioni continuano a crescere. La maggior parte dei governi e le grandi imprese energetiche non sono affatto intenzionate a cambiare strada. Anzi, si stanno rimangiando tutti gli impegni assunti. Nel 2023 aumenteranno i consumi di carbone, petrolio e gas. Così come i soldi investiti dalla finanza internazionale per attività estrattive e inquinanti.
L’Italia è stata già messa a dura prova, sperimentando fenomeni estremi. Ondate di calore, siccità, incendi, inondazioni, grandinate. I cambiamenti climatici sono già in atto. Non possiamo evitarli ma adattarci e mitigarne gli effetti. Significa fare ogni sforzo possibile per ridurre le emissioni e investire ingenti risorse per la riconversione ecologica delle nostre attività produttive. Riconversione, non transizione. Perché, evidentemente, se il modello di prima ha prodotto questa catastrofe è sbagliato.
Le forze di sinistra, dopo due decenni di politiche bipartisan all’insegna del «non c’è alternativa al liberismo», si stanno finalmente rendendo conto della necessità urgente di un altro modello economico (e culturale, diremmo noi). Le forze politiche di destra stanno invece portando avanti un attacco violento contro chiunque osi metterlo in discussione.
Come in Brasile, dove la destra di Bolsonaro ha accusato il Movimento dei Senza Terra, uno dei più grandi movimenti al mondo per la giustizia sociale e ambientale, di aver favorito il disboscamento illegale dell’Amazzonia. Giorgia Meloni ultimamente si è spinta a sostenere come sia «necessario fermare il fanatismo ultra-ecologista» per difendere il «nostro» modello economico. Lo diceva dal congresso degli estremisti di destra di Vox.
Oggi chi governa attacca quelli che più di tutti andrebbero sostenuti, definendoli fanatici ed estremisti, mentre va a braccetto e finanzia i responsabili del disastro ambientale e sociale. Continua a spostare l’attenzione su chi denuncia la drammaticità della situazione e la necessità di cambiamento, nascondendo le proprie responsabilità e l’incapacità strutturale di introdurre misure utili ed efficaci per la popolazione. La destra fa di tutto per mostrarsi il guardiano più fedele dell’ideologia liberista. Mentre non fa nulla per le vittime dei tanti disastri di questi mesi, a cominciare dall’Emilia-Romagna. I cosiddetti patrioti svendono e distruggono la patria per essere ammessi alla coorte dei padroni, incuranti del futuro dei loro stessi figli.
Per riprendere la giusta direzione di marcia dobbiamo dare voce, gambe e rappresentanza a quei soggetti sociali che in questi anni sono stati capaci di lottare difendendo la nostra Casa Comune e i nostri principi costituzionali, mettendo insieme giustizia sociale e ambientale, declinandole in una visione orientata all’ecologia integrale. Senza la partecipazione attiva dei soggetti impegnati per la giustizia ambientale ed ecologica non può nascere l’alternativa di cui abbiamo bisogno per battere le destre. Facciamo Eco!