Perché abbiamo il dovere di ricordare i nomi delle vittime di tutte le mafie

Il 21 marzo si terrà a Roma la Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera.

Di Giuseppe De Marzo, L’Espresso – 15 marzo 2023

Carmela era vestita di nero e piangeva. Nel primo anniversario della morte del figlio si chiedeva perché il suo nome non venisse pronunciato. Era morto come gli altri ma per tutti era solo “uno dei ragazzi della scorta”. Carmela era la mamma di Antonino Montinaro, caposcorta del giudice Falcone, ucciso nella strage di Capaci nel 1992. Dalla sofferenza di Carmela e dalla necessità di riconoscere l’identità di quei nomi per tenere vive le loro storie nasce la “Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti delle mafie”. Promossa da Libera nel 1996 nel primo giorno di primavera, il 21 marzo.

Il dolore di Carmela, come delle migliaia di familiari di vittime innocenti, che si trasforma in speranza attraverso la memoria e l’impegno, senza il quale tutto si perderebbe.

Ancora oggi più del 70% delle vittime innocenti delle mafie aspetta giustizia. Ecco perché la giornata del 21 marzo organizzata da Libera e Avviso Pubblico è così importante. Riafferma la necessità di restituire dignità e giustizia alla memoria di tante vittime innocenti, spesso dimenticate. Leggere i loro nomi in piazza è un esercizio di democrazia ancor più necessario e utile in questi tempi difficili per la Repubblica, dove la memoria viene spesso cancellata o ferita anche da chi siede al governo del Paese.

Quest’anno la Giornata della memoria e dell’impegno si svolgerà a Roma, dove l’incidenza delle mafie è fortissima ed in costante evoluzione. Sarà aperta come sempre da centinaia di familiari. Poi la lettura dei nomi ed infine l’intervento a Circo Massimo di don Luigi Ciotti. Nel pomeriggio i seminari in molti luoghi delle città per approfondire e rafforzare alleanze e proposte.

Roma Città Libera! Lo slogan della manifestazione. Perché nella Capitale è radicata la presenza di organizzazioni criminali tradizionali, autoctone e internazionali, con un punto in comune: la capacità di inserirsi nel tessuto sociale ed economico. Roma offre le condizioni ideali per i capitali mafiosi che possono muoversi con grande libertà, mimetizzando gli investimenti in filiere produttive spesso legali. Favoriti da un tessuto sociale infiltrato e da una gigantesca zona grigia che da sempre rappresenta la vera forza delle mafie. Da tempo, infatti, le organizzazioni criminali hanno meno bisogno di sparare. La forza e la pervasività dei colletti bianchi e della borghesia mafiosa e proprietaria stanno sostituendo l’uso della violenza. Le convergenze e le collaborazioni reciproche hanno dato vita a vere e proprie multinazionali dove si mischiano economia legale e criminale. Con un solo interesse che unisce tutto e tutti: il danaro.

Ma c’è un altro aspetto che oggi rende le mafie più forti: l’aumento senza precedenti di disuguaglianze e povertà. In questi anni di crisi le mafie sono state capaci di mettere in campo un welfare sostitutivo mafioso che ha rappresentato spesso l’unica risposta per chi è in difficoltà. Perché senza lavoro, casa, istruzione, servizi sociali, salute pubblica, parità di genere, la nostra democrazia peggiora, rendendo impossibile contrastare la forza delle mafie. Esclusione sociale, sfruttamento, razzismo, sono grandi alleati delle mafie. Oggi più di ieri la giustizia sociale è la precondizione per sconfiggerle, come diceva Peppino Impastato. La partecipazione e l’impegno della cittadinanza sono gli strumenti attraverso i quali promuovere memoria e democrazia. Facciamo Eco!

https://lespresso.it/c/attualita/2024/3/18/perche-abbiamo-il-dovere-di-ricordare-i-nomi-delle-vittime-di-tutte-le-mafie/50332?fbclid=IwAR23vkd4PN-uUPJmssW1oMUPlsSUDhEdfIXpombxhGRDuIwouEmTVp3RhEw

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