La nostra Puglia, “arca di pace, non arco di guerra” tra popoli, questo giugno ospiterà il G7, che si preannuncia come un summit per accelerare la transizione delle economie occidentali verso l'”economia di guerra”, con costosissimi programmi di riarmo. Il pericoloso scontro in atto con la Russia potrebbe giungere a una guerra nucleare, con esiti catastrofici per l’intera umanità. I leader del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, USA), dopo 2 atroci anni dall’inizio della guerra in Ucraina, ancora fanno finta di non capire quello che i movimenti pacifisti, Papa Francesco e quasi tutti al mondo avevano da subito ben compreso: la necessità di un Tavolo negoziale di Pace già poche ore dopo la coraggiosa e dignitosa reazione del popolo ucraino alla criminale invasione russa. E un mare di altro sangue innocente scorre in Palestina e nei troppi teatri di guerra in corso ogni giorno, ogni secondo, nel mondo.
Ci sono dei momenti in cui si avverte che non è più possibile né etico delegare, restare alla finestra senza assumere posizioni e che è necessario impegnarsi con determinazione per sostenere quelle giuste.
È fin troppo evidente che ci sono molteplici deprecabili appetiti su questa, come su tutte le guerre, che sarebbe inutile enumerare, come, al contrario, c’è un unico ed enorme, assordante, irrinunciabile e indifferibile diritto dei popoli di tutto il mondo alla PACE.
Pace finalmente, con un Tavolo negoziale sotto l’egida dell’ONU chiesto dall’Europa con una sola e autorevole voce a Russia, Ucraina, Stati Uniti e Cina, per fermare questa guerra rimuovendo le cause che certamente non potevano in alcun modo giustificarla. Andranno stabilite regole di convivenza e collaborazione pacifica tra Stati, dove prevalgano i veri diritti delle persone di ogni continente e non gli sporchi interessi militari, speculazioni finanziarie e di potere dei pochi, con sottrazioni di risorse alla risoluzione delle grandi questioni al centro dell’Agenda ONU 2030 che rischia di rimanere inattuata, rimandando ulteriormente i grandi obiettivi di giustizia e sostenibilità sociale e ambientale concordati fra tutte le nazioni.
Già in passato, in occasione del Vertice G8 a Genova nel 2001, con la Russia allora amica, davanti a leader che per tanti riprovevoli motivi non riuscivano ad anteporre i bisogni della stragrande maggioranza di donne e uomini agli interessi di pochi, si contrapponeva il meraviglioso slogan “Voi G8, noi 6 miliardi”.
Ancora di più adesso è necessario dare voce rappresentativa, organizzata, autorevole al popolo della Terra, ormai 8 miliardi di persone, partecipando tutti, persone, associazioni, movimenti, comitati, ai dibattiti pubblici del nostro Contro-forum, arricchendo l’elaborazione delle 7 tesi individuate per il giusto e pacificato governo del Pianeta, in alternativa alle tesi di guerra ai popoli e all’ambiente, che si discuteranno al Vertice G7.
Basta contrapporre logiche di guerra a pratiche di guerra, fornendo agli ucraini armi sempre più sofisticate e distruttive, contribuendo all’irrefrenabile escalation militare, bramata dai vertici USA, GB e NATO, e a tante altre migliaia di vittime. Altrimenti perché non fornirle anche ai palestinesi, o ai curdi che invece avevamo armato quando dovevano combattere e fermare l’Isis, via via fino alla minoranza cinese uiguri, vittima quotidianamente di ogni peggiore umiliazione e violazione dei minimi diritti umani, come le donne e i dissidenti in Iran e Afghanistan. Una spirale di violenza infinita e insensata.
Partiamo dal “basso”, per portare sempre più su la voce dei popoli della Terra, magari con un’ONU autonoma, non più limitata da anacronistici vincoli legati ai diritti di veto.
Per creare una consapevolezza delle decisioni e dei comportamenti individuali quotidiani, già nei consumi, che possono essere indirizzati verso pratiche e prodotti meno impattanti climaticamente di aziende che dimostrano concretamente di rispettare la salute e la dignità dei lavoratori e di ogni vivente, umano e animale.
Non siamo nati per avere solo beni da consumare nel ridotto delle nostre solitudini e paure sempre più rancorose e diffuse, ma per collaborare con sorelle e fratelli di ogni “colore” e credo religioso, senza più sfruttamento dell’uomo sull’uomo e di rapina insostenibile delle risorse ambientali, per un Mediterraneo, ponte tra popoli fratelli, non più cimitero di vite e di futuro, per una vita pacificata, giusta e dignitosa, finalmente per tutti.
Venerdì 31 maggio dalle 16:00 alle 20:00 e sabato 1 giugno dalle 9:00 alle 21:00, ci confronteremo presso l’ Istituto dei Missionari Comboniani in via G. Petroni 101 a Bari.
Di seguito i temi guida individuati da approfondire e dai quali dovranno scaturire obiettivi e campagne su cui mobilitarsi (per es. abolizione del regolamento di Dublino, campagne di boicottaggio delle aziende che inquinano o che non garantiscono la sicurezza sul lavoro, distribuzione equa nel mondo delle risorse e delle opportunità, potenziamento della sanità pubblica):
31 maggio
Ore 16 Istruzione
Ore 18 Palestina
1 giugno
Ore 9 Intelligenza artificiale
Ore 11 Guerra
Ore 15 Lavoro
Ore 17 Ambiente e Salute
Ore 19 Migrazione
Comitati per la pace di Puglia
con
Anpi
Arci
Forum Terzo Settore Puglia
Cgil
IoAccolgo Puglia
Legambiente Puglia
Libera
Link
Pax Christi
PeaceLink
Radici future produzioni
Udu unione degli universitari
Unione degli studenti Puglia
Un ponte per