Autonomia differenziata: le realtà sociali, sindacali e i partiti di opposizione depositano in Cassazione il quesito per il referendum abrogativo

Anche la Rete dei Numeri Pari tra i sottoscrittori

Stamattina le forze sociali, sindacali e i partiti di opposizione erano alla Corte Suprema di Cassazione per depositare il quesito referendario per l’abrogazione della legge 26/2024 che attua il progetto di autonomia differenziata. Tra queste anche la Rete dei Numeri Pari.

Se applicata l’autonomia differenziata cambierà il volto della Repubblica, ne stravolgerà i principi, cancellerà la solidarietà nazionale in nome di un regionalismo asimmetrico che nasconde la secessione dei ricchi, spacca l’unità nazionale, fa esplodere le disuguaglianze, aggravando la drammatica crisi sociale ed istituzionale. La partecipazione dei cittadini e delle cittadine è la strada per rispondere ad una crisi profonda. Perché senza la partecipazione e il protagonismo delle realtà sociali non sarà possibile riportare al voto la maggioranza dei cittadini e delle cittadine.

Questo pensano dell’autonomia differenziata imposta dal duo Meloni-Calderoli centinaia di realtà sociali, comitati per i beni comuni, associazioni, movimenti popolari, sindacati, parrocchie di periferia, case delle donne, coordinamenti di insegnanti e studenti, giuristi, attivisti per la giustizia ambientale ed ecologica che animano la Rete dei Numeri Pari.

Sarà la Corte a pronunciarsi sull’ammissibilità del quesito e, in caso positivo, spetterà al Presidente della Repubblica convocare il referendum. Da lì si aprirà la partita più difficile ed allo stesso tempo affascinante: il raggiungimento del quorum in un paese in cui la maggioranza della popolazione pensa che la politica non cambi più la propria condizione.

“Se giocheremo la partita mobilitando il Paese, raccontando davvero quale disastro produrrebbe nelle vite di tutti e tutte, e quanto insieme possiamo fare per cambiare in bene, non avremo solo impedito questo obbrobrio ma rilanciato il dibattito sulle vere priorità politiche – afferma Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari. Lo avremo fatto restituendo voce e includendo soggetti, cittadini e cittadine tenute ai margini in questi ultimi due decenni. Bisogna impegnarsi tutti e tutte insieme per impedirlo.  È la più grande cura ricostituente per la Repubblica“.

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