Le persone si mobilitano contro il progetto di attraversamento dell’Alta Velocità. Con tutti i rischi ambientali e sanitari che comporterebbero i cantieri. E si comincia tutelando questo polmone verde
Mettere radici per difendere la salute. Vicenza dal 1994 è sito patrimonio dell’Unesco grazie a 23 opere palladiane, a tre ville suburbane e al suo centro storico. A minacciare tutto questo, assieme alla salute di cittadini e cittadine, il progetto di attraversamento di Vicenza della linea Alta Velocità/Alta Capacità Verona-Padova. Durerà la bellezza di 9 anni e avrà un costo di 2 miliardi. Espropri, aumento dell’inquinamento dell’aria, peggioramento della salute pubblica, rischio diffusione dei Pfas, distruzione di ecosistemi fondamentali per la comunità sono alcune delle conseguenze che preoccupano l’intera comunità.
Italia Nostra ha subito denunciato gli enormi rischi e le conseguenze sul patrimonio storico-artistico della città. Per queste ragioni ha presentato un ricorso al Tar del Lazio impugnando l’ordinanza del commissario straordinario che ha approvato il progetto definitivo AV/AC nel luglio 2023, annunciando per settembre l’inizio dei cantieri. Se per quei giorni il Tar non bloccherà il progetto, le ruspe entreranno in azione.
La buona notizia per Vicenza, come per tutti e tutte noi, è che nel frattempo in città sono nati diversi comitati che hanno fatto crescere consapevolezza e partecipazione per difendere salute e territorio. Ciò che ha smosso le coscienze negli ultimi mesi più che la paura è stata la “scoperta” dell’importanza per la città del bosco Lanerossi. Dalla chiusura della fabbrica Lanerossi nei primi anni ’90 si estende in modo spontaneo per circa 11 mila metri quadrati. Nel parco si sono sviluppate più di 80 specie autoctone, di cui 30 arboree.
Una ricchezza in termini di biodiversità importantissima, in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici mitigandone gli effetti. Un aiuto indispensabile in un’epoca segnata dall’aumento delle temperature e da eventi meteorologici estremi che quotidianamente evidenziano la necessità urgente di ripensare non solo il modello di sviluppo ma anche il nostro approccio con tutte le altre entità viventi nella nostra casa comune. Il bosco Lanerossi rappresenta una ricchezza unica per Vicenza che va difesa e curata. Per questo, davanti al rischio concreto di abbattimento causato dal progetto, i vicentini e le vicentine il 3 maggio scorso lo hanno occupato, difendendolo con orti, barricate, casette e piattaforme.
Il progetto AV a Vicenza rappresenta anche per Isde – Medici per l’Ambiente un «disastro ambientale e sanitario» che espone a gravi rischi per la salute i cittadini. In una città che è già tra le 18 in cui nel 2023 è stata più alta la concentrazione di polveri sottili Pm10 e dove la soglia limite è stata superata per più di 35 giorni all’anno. Lo denuncia Legambiente nel report “Mal’Aria” pubblicato nel 2024. Il Cast (coordinamento salute, ambiente, territorio) ha invece diffidato il Comune, la Provincia di Vicenza e la Regione Veneto per la mancanza di valutazione dell’operato del consorzio Iricav Due, denunciando il rischio di inquinamento delle falde acquifere da Pfas nella zona di Vicenza Ovest dove dovrebbero iniziare i lavori. Per non parlare dell’impatto devastante dei cantieri sulle riserve di acqua cittadine. Ne consumeranno circa 360 mila litri al giorno.
Nonostante tutte le evidenze, se i lavori non fossero stati bloccati dai ricorsi e dall’impegno dei cittadini, il bosco Lanerossi sarebbe stato già spianato dalla bonifica bellica per rendere operativi i cantieri a settembre. Le alternative non mancano e sono tutte migliori. Facciamo Eco!