Ma quale casa? Una campagna per inserire il diritto all’abitare in Costituzione

Avere un tetto sopra la testa è giusto, no?

Cambiare la Costituzione significa modificare le regole di gioco. Vuol dire tracciare una linea netta tra ciò che è lecito e ciò che è invece inapplicabile. Occuparsi di casa oggi non implica  solo parlare di studenti, caro-affitti, caro-bollette o case popolari. Ma tutte queste e altre cose, insieme. In sintesi, la proposta vuole introdurre il riconoscimento del diritto all’abitazione in Costituzione e l’attuazione delle politiche pubbliche necessarie a tutelarlo. Se approvata, ogni altra norma dovrà adeguarsi a un principio tanto semplice quanto disarmante: avere un tetto sopra la testa è giusto.

Si modifica:

– l’art. 44 Cost, ponendo a carico della Repubblica il dovere di garantire l’accesso all’abitazione quale bene primario e mezzo necessario per assicurare alla persona l’esercizio effettivo dei diritti e una vita libera e dignitosa. Il diritto all’abitazione va dunque tutelato e promosso dalla Repubblica intera: istituzioni, ma anche persone e corpi intermedi, in una logica di sussidiarietà verticale e orizzontale.

– l’art. 47 Cost, estendendo la tutela dei risparmiatori all’accesso non solo alla “proprietà” ma anche al “godimento” dell’abitazione, comprendendo dunque anche altre forme quali l’affitto e la gestione pubblica degli alloggi.

– l’art. 117 Cost: rafforza il potere dello Stato aggiungendo tra le materie di competenza esclusiva la definizione delle “norme generali in materia di politiche abitative” e alla competenza concorrente quella in materia di “programmi di edilizia residenziale pubblica”.

Firma cliccando a: https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/dettaglio/2700001

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