Queste le parole utilizzate dal Censis per descrivere – in occasione della presentazione del 54° rapporto sulla situazione sociale del Paese – il dramma di milioni di cittadini e cittadine impoverite a causa della pandemia e della crisi. Una fotografia drammatica che racconta lo scenario di solitudine sociale e di povertà relazionale ed economica di cui sono vittima milioni di persone.
Per il 12° anno consecutivo è arrivata la conferma che la crisi strutturale e sistemica nella quale siamo tutti e tutte immerse non accenna a migliorare. Anzi, con l’arrivo della pandemia da Covid19, sono venuti al pettine i tanti nodi irrisolti, i problemi profondi del Paese e quell’assenza di “visione e di ritmo della politica” denunciata dal Censis. La pandemia ha messo in evidenza le mancanze e i ritardi del sistema-Italia; l’impatto drammatico sulla popolazione delle privatizzazioni e della “regionalizzazione” della sanità; l’assenza di una visione di politica industriale che possa rappresentare il punto di forza di una transizione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica – unica maniera per rimettere insieme il diritto al lavoro con il diritto alla salute – affrontando una volta per tutte il dramma della crisi ecologica e climatica che già produce conseguenze enormi in termini di vite e di danni economici facendo registrare più di 80.000 morti per inquinamento ambientale e più di 40 miliardi di euro ogni anno di danni a causa dei cambiamenti climatici.
Già dalle prime pagine il Censis sottolinea come le misure messe in campo dal Governo siano insufficienti, che la lotta alle disuguaglianze non è ritenuta prioritaria, che la cosiddetta “bonus economy” non funziona. Emerge la mancanza di una visione culturale e politica in grado di superare la crisi garantendo diritti e democrazia. Dal Rapporto viene fuori una società spaventata, dolente e indecisa tra risentimento e speranza; un Paese in cui 7,6 milioni di persone sono diventate più povere, colpendo non solo chi già viveva in condizioni di difficoltà ma anche quella classe media che aveva retto alle crisi precedenti; è aumentata la dispersione scolastica raggiungendo il 47% degli studenti e studentesse straniere ma anche disabili o con disturbi specifici dell’apprendimento che rappresentano circa 500mila iscritti solo nella scuola pubblica; 650mila persone hanno perso il lavoro e di questi il 76% sono donne e giovani. Allo stesso tempo, però, la ricchezza continua a concentrarsi e a crescere nelle mani di pochi con il 3% degli italiani adulti che possiedono il 34% della ricchezza totale del Paese. È la conferma che i soldi ci sono e che pochi stanno facendo enormi profitti alle spalle di molti.
I drammatici dati del rapporto Censis mostrano la “crudele pedagogia del virus” che colpisce coloro che non sono garantiti o che non possono accedere a servizi di qualità: lavoratori precari, le donne, i lavoratori e le lavoratrici irregolari, gli autonomi, i lavoratori di strada, le persone senza dimora, i residenti nelle periferie delle grandi città, i profughi, i disabili, gli immigrati senza documenti, gli anziani, gli studenti, ecc.. La pandemia non uccide dunque in modo così indiscriminato, mostrando tutta la fragilità di uno Stato succube di un modello economico e culturale che lo ha reso incapace di rispondere alle emergenze e alle nuove necessità.
Per questo la Rete dei Numeri Pari continua a chiedere al Governo e al Parlamento misure adeguate per uscire dalla crisi e garantire dignità e democrazia economica a tutti e tutte: reddito di base, garanzia del diritto all’abitare, investimenti nel servizio sanitario nazionale, ricapitalizzazione del Fondo Nazione Politiche Sociali, riconversione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica per creare lavoro così da garantire la salute dei lavoratori e contrastare cambiamento climatico e inquinamento ambientale, riforma fiscale e patrimoniale su grandi ricchezze per recuperare i fondi necessari. C’è bisogno di una politica che rimetta al centro la lotta alle povertà, alle disuguaglianze e alle mafie per costruire una società equa, fondata sulla giustizia sociale ambientale ed ecologica.
SCARICA LA SINTESI DEL 54° RAPPORTO CENSIS SULLA SITUAZIONE SOCIALE DEL PAESE CLICCANDO QUI