“Senza dialogo sociale, partecipazione e inclusione non c’è nessuna transizione nel NGEU” | Le proposte del nodo romano della Rete dei Numeri Pari

Si è svolto ieri il quinto appuntamento di Mosaico Roma, promosso dalla Rete dei Numeri Pari e intitolato Next Generation EU: pianificare oltre l’emergenza. Proposte per Roma Capitale.

Un incontro in cui si è parlato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, delle esigenze e degli obiettivi strategici indicati dal NGEU e delle proposte politiche costruite dalle 103 realtà del nodo romano della Rete, impegnate giornalmente nel contrasto alle povertà, alle disuguaglianze e alle mafie sui territori. Sono associazioni, comitati di quartiere, cooperative sociali, centri antiviolenza, sindacati, presidi antimafia, movimenti per il diritto all’abitare, case delle donne, parrocchie, scuole pubbliche, realtà impegnate in attività di mutualismo e nell’accoglienza, che si sono fatte carico del disagio sociale della città, mettendo in campo attività di solidarietà, cooperazione e mutualismo per sostenere decine di migliaia di persone colpite prima dall’aumento delle disuguaglianze e poi dalla crisi pandemica. Molte di queste realtà vivono sulla loro pelle il peggioramento delle condizioni materiali ed esistenziali e proprio a partire da questa condivisione si sono unite e hanno costruito proposte politiche per la città.

Durante il webinar sono stati numerosi gli interventi: Fabrizio Barca – portavoce Forum Disuguaglianze Diversità, Giuseppe De Marzo –  coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, Andrés Barreto – Movimenti per il diritto all’abitare;  Eugenio Ghignoni – CGIL Roma e Lazio, Clara Habte e Daniela Patti – Eutropian, Valerio Lembo – SCuP, Nino Lisi – Ass. Cittadinanza e minoranze,  Paula Marques – Assessora del Comune di Lisbona, Elisa Sermarini – Libera, Maurizio Simmini – presidente Cooperativa Sociale ISKRA.

In modo trasversale tutti gli interventi hanno sottolineato come la transizione ecologica auspicata dal NGEU non può avvenire senza una transizione culturale e senza la partecipazione dei soggetti sociali. Hanno ricordato come il metodo deve essere quello della co-programmazione e co-progettazione, come previsto dalla sentenza n°131/2020 della Corte Costituzionale e dall’art.3 del Codice di Partenariato Europeo che richiede agli Stati di mobilitare non solo le forze produttive ma anche quelle sociali nella redazione dei progetti da presentare alla Commissione Europea.

È stata presentata con forza la necessità di definire un’Agenda Urbana per una città sostenibile, che integri le risorse provenienti dalle diverse “missioni” del PNRR, così da garantire la riterritorializzazione dei fondi, consentendo un’integrazione e un coordinamento efficace.

Con questi obiettivi, le 103 realtà del nodo romano della Rete hanno avanzato proposte concrete per l’utilizzo e la gestione dei fondi del NGEU: la costituzione di un Osservatorio delle Disuguaglianze che faccia un monitoraggio e una mappatura delle condizioni di povertà e marginalità; stanziamento di fondi sui territori fragili della città al fine di sviluppare progetti locali di economia sociale che rispondano alle esigenze del territorio; creazione delle infrastrutture sociali per incentivare il mutualismo; garanzia del diritto alla casa, al reddito e alla salute come previsto dai Social Pillar europei; costituzione di un modello di governo partecipato tra amministrazione, parti sociali, terzo settore, società civile come avviene in diverse città europee attraverso la dotazione dello strumento del CLLD; rafforzamento delle capacità amministrative tramite il potenziamento dell’Ufficio Europa.

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Ufficio Stampa Rete dei Numeri Pari
Elisa Sermarini – Tel: +39 347 3935 956
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