Giovedì 11 alle ore 12 le case delle donne in piazza del Campidoglio
Una palese contraddizione: mentre le assessore prendono finalmente atto che, grazie alla recente legge finanziaria, i luoghi autogestiti delle donne debbono avere in concessione gratuita locali del patrimonio pubblico, per la Casa Internazionale di via della Lungara, viene ribadito un annuncio di sfratto.
Non vorremmo pensare all’ipotesi che dopo anni di discussioni e mesi di silenzio questa Memoria di Giunta sia una provocazione invece che un atto a favore delle donne.
𝐈𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐨𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐝’𝐮𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐢𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐢 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐧𝐨.
Cosa farà il Comune di Roma nelle more del bando? Chiuderà i servizi, la biblioteca, l’archivio, lo sportello sociale, le consulenze sanitarie, psicologiche e legali, lo spazio per i bambini?
Terrà tutto chiuso, in modo che anche il Buon Pastore, mantenuto dalla fatica delle donne che lo gestiscono e lo hanno gestito anche durante la pandemia, finisca nell’abbandono e nel degrado, come le parti di quello stesso edificio che il Comune già adesso gestisce e sono tuttora desolatamente vuote?
Le assessore annunciano di voler dar seguito all’ordine del giorno del Consiglio comunale che, approvato due anni fa, prevede che le associazioni della Casa vadano via dal Buon Pastore e il Comune gestisca direttamente l’edificio, mettendo a bando i singoli servizi.
Forse le assessore non hanno letto bene gli articoli di legge: il Parlamento ha deciso che il comodato d’uso deve essere concesso a luoghi autogestiti dalle associazioni femminili e femministe e ha anche deciso di assegnare 900.000 euro al consorzio di associazioni che
gestiscono il Buon Pastore per risolvere il contenzioso e consentire alla Casa di continuare a restare per gestire le sue attività.
Il Parlamento ha riconosciuto il valore delle attività svolte dalla Casa Internazionale e ha deciso che debba continuare a restare aperta. Il Comune vorrebbe rispondere invece con uno sfratto.
𝐋𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐚𝐬𝐚 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐫𝐞𝐯𝐨𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐦𝐨𝐫𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚̀. 𝐎𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐨𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞̀ 𝐩𝐢𝐮̀, 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐚𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐜𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏. 𝐂𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐨𝐝𝐚𝐭𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐭𝐮𝐢𝐭𝐨.
Le Case delle donne, cara Sindaca, non sono solo luoghi dove si erogano servizi ma luoghi autogestiti, di democrazia e di cittadinanza attiva, luoghi della cultura delle donne e dell’inclusione sociale, delle pratiche fra donne e a favore delle donne, dove si combatte la violenza maschile e si sviluppa una nuova cultura che ha le radici nella libertà, dove si dà spazio alle libere soggettività e si lavora alla coesistenza delle differenze, dove si promuovono i diritti e le libertà delle donne.
𝐋𝐞 𝐂𝐚𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐞𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞.
Per questo, domani Giovedì 11 alle ore 12 saremo in piazza del Campidoglio.
𝐈 𝐥𝐮𝐨𝐠𝐡𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐢 𝐭𝐨𝐜𝐜𝐚𝐧𝐨!