Il governo Draghi con il Documento di Economia e Finanza 2021 ha deciso di confermare, tra i disegni di legge collegati al Bilancio, il DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art.116, 3° comma, Cost.”.
Ha, cioè, riproposto al Parlamento ed ai cittadini italiani di riprendere nel 2021 (ed è la terza volta consecutiva!) l’iter legislativo per realizzare l’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario.
Nero su bianco nel Def 2021:
Tale scelta non può essere considerata né una semplice distrazione né una comprensibile concessione per tenere unita la maggioranza e non potrà essere senza conseguenze politiche in questa legislazione.
Si tratta di una provocazione irresponsabile.
Ratifica, giustifica apre la strada a velleitarie prassi secessioniste e autarchiche, che in questa pandemia il popolo italiano, in tutte le regioni – del Nord, del Centro e del Sud – ha ampiamente e dolorosamente sperimentato su di sé.
Non sono bastate le pessime prove che le amministrazioni regionali hanno fornito nel voler definire autonomamente (e velleitariamente) norme e regole sulle diverse materie, in particolare sanità, scuola, trasporti, ambiente, beni culturali …
Non sono bastati i morti e gli effetti disastrosi sull’economia, sulla convivenza civile e sociale, in particolare per le fasce deboli e non protette della società, in cui le epidemie producono i loro effetti più gravi.
In questa situazione anche il governo Draghi, come i suoi predecessori, non ha voluto ricorrere all’art. 120 della Cost. comma 2° “Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni (omissis) quando lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali”, ne all’art. 6 della Legge 833/78, che recita: “Sono di competenza dello Stato le funzioni amministrative concernenti: (omissis) b) la profilassi delle malattie infettive e diffusive, per le quali siano imposte la vaccinazione obbligatoria o misure quarantenarie, nonché gli interventi contro le epidemie e le epizoozie”.
Mentre la sindemia Covid–19 è ancora pienamente in atto, continuano a realizzarsi diseguaglianze nell’accesso ai vaccini tra i cittadini e le cittadine delle diverse regioni.
Tutto ciò non basta: il governo insiste a voler emanare un DDL di attuazione dell’autonomia differenziata di cui all’art.116, 3° comma, della Costituzione, ponendo così una potenziale ipoteca sulla blindatura del testo e del provvedimento.
Il Parlamento non può accettare. Il Parlamento deve respingere questa determinazione e chiederne il ritiro immediato. La maggioranza per farlo c’è.
Ci rifiutiamo di credere che il Parlamento voglia assumersi, invece, la responsabilità storica di approfondire i disastri già provocati dalla prima regionalizzazione attuata in applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001.
Proprio ciò che è successo e sta succedendo in conseguenza di quella riforma, compresi gli scontri tra Stato e regioni, dimostra che un solo passo in più sulla strada dell’autonomia regionale aprirebbe scenari inquietanti di vera frantumazione della Repubblica, di balcanizzazione del Paese.
Ciò di cui ha bisogno il Paese è di fermarsi, non di procedere ulteriormente nella divisione.
Da parte nostra, non staremo a guardare e ci mobiliteremo, anche con petizioni popolari, per fermare questo scempio. Non lasceremo le proteste di piazza alle destre.
Già abbiamo iniziato: dal il prossimo 25 Aprile si aprirà in Emilia-Romagna la raccolta di firme per una petizione per il ritiro della richiesta di autonomia differenziata avanzata nel 2018 dalla regione Emilia-Romagna.
Faremo lo stesso in tutte le regioni a statuto ordinario.
Lo faremo nel nome della Resistenza, nel nome della Costituzione, nell’interesse del mondo del lavoro e delle componenti fragili della società; ci batteremo perché la Repubblica rimanga una e indivisibile, per garantire uguaglianza dei diritti e ottemperanza ai doveri, contro vecchie e nuove diseguaglianze.
Lo faremo con quanti – cittadine e cittadini, associazioni, sindacati, partiti, personalità, organi di stampa e mass media – condividono le ragioni di questa lotta e l’impegno per tenere unito il Paese.
Ritirate una volta per tutte e per sempre, non solo per il 2021, ogni proposta di legge per l’autonomia regionale differenziata.
per l’Unità della Repubblica e l’Uguaglianza dei diritti