“D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” (Italo Calvino- Le città invisibili)
L’esperienza della pandemia/sindemia ha reso ancora più evidente la necessità di una completa revisione del modo di “costruire” le città.
Si fa sempre più urgente dare una risposta che unisca transizione ecologica e rigenerazione sociale, che preveda il riuso degli immobili a fini sociali e culturali, che preveda ovunque la presenza di spazi di accoglienza, case popolari, servizi pubblici di prossimità, beni comuni e spazi aperti alla partecipazione di cittadin* e abitanti. Abbiamo bisogno di un nuovo modo di costruire lo spazio urbano, un modo di costruire relazioni e comunità a partire dai luoghi che abitiamo. Le future amministrazioni hanno davanti a sé un’interessante sfida se sapranno coglierla: superare la prospettiva neoliberista che impone alle nostre città di essere”attrattive”, competitive sul mercato degli investitori internazionali e sottrarre i territori alla speculazione e allo sfruttamento riponendo al centro di ogni agenda politica i bisogni fondamentali delle persone.
Siamo convint* che un’altra idea di città è possibile, necessaria e urgente. Non possiamo più concepire città merce invivibili, abbiamo bisogno di città solidali, creative, dove le energie di persone e comunità possano essere sostenute e catalizzate, città in cui abitare sia un diritto così come accedere a servizi pubblici fondamentali e spazi aperti, gratuiti, di relazione e costruzione di percorsi comuni. Città in cui l’adattamento al cambiamento climatico sia equo e portato avanti in maniera condivisa, al contrario di un “greenwashing” che cela tentativi di mera speculazione per l’aumento dei valori immobiliari delle aree. Pretendiamo l’accesso di tutt* a un ambiente urbano vivibile in cui le aree verdi sempre più essenziali siano pubbliche e valorizzate.
Vorremmo che il percorso che abbiamo attivato con i laboratori di progettazione partecipata, come molti altri processi di attivazione e partecipazione cittadina realizzati in questa e in tante città in Italia e nel mondo, possa diventare una pratica consolidata di partecipazione dei territori rispetto alle trasformazioni urbanistiche, a partire da Roma.
Vogliamo discutere di tutto questo e disegnare insieme gli orizzonti comuni delle città immaginate il 24-25-26 settembre.
ore 18.30: Dibattito e interventi da esperienze nazionali e internazionali
Ore 09.00 Accoglienza
Ore 10.00 Interventi introduttivi e mappatura delle realtà partecipanti
Ore 15.00 Esperienze a confronto! Apertura dei Tavoli tematici*
Ore 19.00 #Ricreiamoci!
Ore 10.00 Sintesi dei tavoli e assemblea plenaria
Ore 16.00 Programma in via di aggiornamento – dibattito con i candidati alle amministrative a partire dai punti emersi dai tavoli di lavoro
TAVOLI:
1. Modelli e pratiche di dialogo strutturato fra cittadini e istituzioni: se la partecipazione dei cittadini è il mezzo per ripensare i quartieri e le sue comunità in una città che giorno dopo giorno affonda fra il cemento e nel silenzio-indifferenza di tante amministrazioni, quali strumenti consentono l’attivazione della cittadinanza, delle realtà associative e dei movimenti impegnati nella tutela dello spazio urbano come spazio di accesso ai diritti fondamentali?
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