Protestiamo a Roma il 22 giugno sotto la sede del Dipartimento degli Affari Regionali (Via della Stamperia 8, ore 12,30 ) dove la ministra Gelmini incontra gli autoproclamatisi “Governatori” Zaia, Fonatana e Bonaccini.
Ed incontriamoci online il 24, alle ore 18 per discutere sulle iniziative da intraprendere contro questo scellerato progetto di frantumazione del Paese e di crescita delle diseguaglianze.
Dichiarazione del Tavolo per il NO all’Autonomia Differenziata
La ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, on. Gelmini, l’aveva annunciato: “L’Autonomia Differenziata è all’ultimo miglio, prima dell’estate la Legge Quadro”.
Difficilmente, tuttavia, si poteva immaginare un Disegno di Legge così devastante come quello che è trapelato in questi giorni.
Noncurante delle conseguenze disastrose della prima regionalizzazione che sono emerse in modo drammatico con la pandemia, in un momento nel quale la guerra in Ucraina sta accentuando l’esplosione della crisi economica e le disuguaglianze sociali e territoriali, questo testo ha qualcosa di paradossale, perché va ben oltre, e contrasta persino, i limiti che una commissione di costituzionalisti incaricata dalla stessa Gelmini aveva indicato per l’Autonomia Differenziata.
Composto da cinque articoli, il Disegno di Legge
– delinea una procedura che esautora il Parlamento da ogni potere reale in merito alle Intese tra Stato e Regioni che richiedono l’AD, limitando l’azione delle Camere a pura consultazione, da esprimere in tempi contingentati (un mese), senza possibilità di ascoltare pareri che non siano quelli dei Presidenti di Regione, con un voto finale senza possibilità di emendamenti;
– non esclude alcuna delle 23 materie richieste dalle Regioni, contro il parere della Commissione Gelmini che invitava invece a lasciar fuori la scuola e la sanità. Addirittura per materie come l’ambiente si andrebbe incontro ad una immediata regionalizzazione;
– precisa che per scuola, sanità, assistenza e trasporti si debbano prima definire i LEP, salvo poi lasciare spazio all’avvio dell’AD anche senza nelle righe successive;
– prevede che le risorse finanziarie per le Regioni “differenziate” siano inizialmente determinate tramite la “spesa storica”, cioè consolidando l’aberrante meccanismo che ha portato già oggi alle più gravi distorsioni e differenziazioni territoriali. Nello stesso tempo, passato il “primo periodo”, prevede di istituire tributi propri delle Regioni e/o trattenere parti dei tributi maturati a livello regionale. Di fatto, si aprirebbe così la strada, nel primo caso ad una sovra-tassazione nelle Regioni ad Autonomia differenziata, nel secondo alla sottrazione di fondi alle altre Regioni. Infine, si fanno salvi gli atti finora presentati, dunque le ‘tre regioni’ Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna possono già partire, non appena la legge sarà approvata.
Va detto chiaramente: questo DDL realizza il peggio di tutto ciò che è stato ipotizzato in questi anni. Si va infatti dallo svuotamento della democrazia parlamentare al concedere pieni potere alle Regioni in quasi tutti i campi della vita economica e sociale, fino al creare le condizioni per uno scontro tra aree del Paese.
Avvistiamo concretamente il rischio di passare da una Repubblica parlamentare ad una fondata sugli accordi tra governo e Regioni, al di sopra e contro qualunque dialettica democratica.
In un momento in cui sarebbe richiesta più che mai l’unità della Repubblica, nel quale la priorità della politica dovrebbe essere quella di cercare di superare le diseguaglianze e le divisioni, appare paradossale che un ministro osi spingersi a questo punto di frammentazione dei diritti per i cittadini del nostro Paese.
Per questo, il Tavolo per il NO all’Autonomia Differenziata, nato proprio dall’esigenza di unire soggetti diversi, ma convergenti sul pericolo rappresentato dall’AD, convoca: un presidio il 22 pv a Roma, via della Stamperia 8, dalle 12.30 alle 15.00 in occasione dell’annunciato incontro tra la ministra e i Presidenti di Regione, per lo stop immediato a questo DDL. Un’assemblea online per il giorno 24 giugno – alle ore 18 – per discutere quali iniziative prendere e riflettere tutte e tutti insieme (anche alla luce di quanto si evincerà dall’incontro tra Gelmini e “governatori”) su una prima risposta politica e sulle iniziative di continuazione della lotta.
Stop al DDL Gelmini! Che non sia mai portato in discussione al Consiglio dei ministri, che venga subito rigettato da tutte le forze politiche e i parlamentari che hanno a cuore l’unità della Repubblica!