Pace: inutile continuare a fare appelli. La rivolta deve venire dall’interno

Riccardo Petrella* – Bruxelles, 1 gennaio 2023

I dominanti attuali (politici, economici e socio-tecnocratici…) sono mentalmente e emotivamente incapaci di voler cambiare il “loro” sistema di potenza. Ciò che li motiva è la perennizzazione e l’espansione della loro sicurezza e del loro dominio. Per questo anche la diplomazia è impotente.

Per loro la guerra, a causa anche dell’enorme accelerazione e esplosione dei mutamenti tecnologici, in particolare l’Intelligenza Artificiale, è sempre di più lo strumento chiave per la sopravvivenza e il loro dominio Si tratta, però, di una soluzione che non risolve i problemi, come dimostra la tentazione o minaccia nucleare che fa capolino nella testa dei belligeranti della guerra globale in corso in Ucraina. Imbevuti fino all’ubriacatura dall’idea che la pace s’impone solo con la forza, sono già pronti ad una nuova guerra che, secondo loro, dovrebbe assicurare per un certo periodo l’assenza di guerra nel quadro di una nuova fase, planetaria di dominio imperiale.

Considerato altresì il fatto che le forze di opposizione contro il sistema restano o sono ridiventate troppo disperse e disunite dopo la breve ed entusiasmante fase del Forum Sociale Mondiale, solo delle forze in seno al sistema, culturalmente, socialmente e eticamente potenti ma portatrici di visioni e di progetti alternativi, saranno capaci, oggi, di innescare possibili cambiamenti a corto termine come imporre la tregua in Ucraina.

A mio parere è necessario che persone oggi autorevoli – quali i premi Nobel (tutte discipline incluse, ma soprattutto i Nobel per la Pace), il segretario generale dell’ONU, il Papa e suoi omologhi delle confessioni religiose e morali e pensatori/trici mondialmente stimati/e per la loro credibilità e umanità – si riuniscano dissociandosi dal sistema e facciano un atto di dissenso contro i russi, gli americani e gli  europei della NATO  principali autori delle distruzioni in corso. Devono insieme decidere di riunirsi, per invito o sotto la presidenza  del Segretario ONU, senza domandare il permesso ad altri. Non per lanciare un ennesimo appello ma compiere un atto di impegno destinato anche a favorire una mobilitazione mondiale di disobbedienza civica pacifica. Un’affermazione di liberazione degli abitanti della Terra e degli altri esseri viventi  del pianeta dalla guerra globale e dai dominanti distruttori della vita del Pianeta.
Si tratterebbe di impegnarsi da parte loro a promuovere nuove regole delle istituzioni mondiali e nuovi orizzonti socioeconomici adottando una Dichiarazione planetaria dei diritti  della Terra alla Pace ed alla Giustizia e destinata al mondo ed alla grande nebulosa delle associazioni e dei movimenti della società civile.

Le grandi linee della dichiarazione d’impegno dovrebbero/potrebbero essere le seguenti. Noi, esseri umani, dichiariamo che:
1. la guerra è illegale e continuarla in Ucraina ed altrove è un atto criminale. Noi ci impegniamo a farla cessare, a agire per una tregua immediata;
2. la produzione e l’uso  di ogni tipo di armi, quelle nucleari e batteriologiche comprese, sono illegali. Gli Stati che non ratificano il trattato d’interdizione delle armi nucleari approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU, o ostacolano la sua applicazione, si mettono fuori dal diritto internazionale;
3. la pace armata è un non senso, la comunità internazionale deve abbandonare il principio bellico “ si vis pacem para bellum”;
4. gli Stati devono cessare le spese militari  che da oggi consideriamo  illegittime”, e quindi un  furto delle risorse dei popoli;
5. un  lavoro gigantesco  positivo, deve essere realizzato dagli Abitanti della terra di demilitarizzazione delle relazioni umane e sociali, e di riconversione della  mostruosa macchina  militare tecnologica, economica industriale e culturale mondiale;
6. l’obiettivo è di iniziare a trasformare da domani mattina  le nostre economie globali di guerra,  produttrici di  strumenti e mezzi di rapina e di dilapidazione delle risorse naturali  ed umani a beneficio dei pochi, in economie  “locali”  di benessere nell’interdipendenza, la cooperazione e la solidarietà, grazie anche alle nuove tecnologie. messe al servizio di tutti. La vera” transizione” che conta non è quella “ecologica”’ (cioè promuovere l’economia capitalista di mercato “verde, per la natura”), né quella della transizione digitale (costruzione di un regime globale autoritario sotto tutela delle GAFAM…). Ma la trasformazione di una società di guerra e di esclusioni in una società di pace, di condivisione e di benessere comune;
7. ci impegniamo a non lasciare più i  dominanti, illegittimi, distruggere le nostre vite, i nostri territori, il nostro passato unicamente nel nome della loro  potenza e del loro  denaro (camuffati dietro la mistificazione ipocrita della sicurezza e dell’indipendenza “nazionali”).

Tutto ciò sembrerà pura fantasia, ed è vero che sarà difficile per le forze sopra menzionate di riunirsi con tali propositi ed obiettivi “ribelli” Ma, davanti i disastri in corso ed annunciati, unici nella storia  dell’Umanità per ampiezza, dimensione e drammaticità, le  soluzioni realistiche si  dimostrano inefficaci, Anzi, i “giochi” orchestrati dai dominanti si dimostrano puri atti dell’assurdo: i dominanti continuano  a credere e ad imporre al mondo che ci sarà la pace solo con la sconfitta e la distruzione del nemico!! Non si può lasciare i produttori di questa assurdità “governare” il divenire di tutti noi, esseri viventi della Terra.
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*Professore emerito dell’Università di Lovanio (B)

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