In una società dove aumentano a dismisura disuguaglianze, povertà ed esclusione sociale, il Governo non pone limiti all’operato di Società Finanziarie di dubbia provenienza. Così chi vive in difficoltà viene abbandonato e sovraesposto al rischio di essere intercettato dalle mafie e dalla criminalità organizzata
26 gennaio 2023 | Per la Rete dei Numeri Pari Mario De Vergottini, FAI Antiracket Antiusura Roma AGISA Onlus
La c.d. “Legge antiusura”, ovvero la Legge n. 108/1996, disciplina il sistema statale di sostegno alle vittime di usura ed estorsione che abbiano denunciato e siano parti offese nel relativo procedimento penale. Chi, a causa del racket o dell’usura abbia subito danni alla persona o alla propria impresa, può ricevere, a titolo di risarcimento, un contributo del Fondo di Solidarietà (art.14). Al contempo altre forme di assistenza vengono garantite ai cittadini dal Fondo per la prevenzione dell’usura (art.15).
Occorre, innanzitutto, rimarcare la scarsa conoscenza da parte dei cittadini dell’esistenza di tali forme di aiuto che non vengono debitamente pubblicizzate. Ciò non appare più ammissibile nell’attuale periodo di grave crisi economica in cui siamo immersi da oltre 10 anni e che quotidianamente allarma e mette in ginocchio migliaia di aziende e famiglie, allargando a dismisura il fenomeno del sovraindebitamento, dell’usura e dell’esclusione sociale.
Si aggiunga che a causa della cronica carenza di personale della PA i tempi di evasione per la definizione delle pratiche di accesso al Fondo di Solidarietà sono lunghi e disincentivanti. La normativa deve essere, quindi, oggetto di un urgente e non più procrastinabile ripensamento, debitamente finanziata dallo Stato nonché sostenuta da un’adeguata campagna di sensibilizzazione anche e soprattutto sul tema del sovraindebitamento che espone sempre più famiglie al rischio di cadere nell’usura.
Più nel dettaglio appare necessario consentire anche alle famiglie e alle persone che non esercitano un’attività economica, a oggi escluse, l’accesso ai benefici del Fondo di Solidarietà mediante procedure più snelle che appaiono auspicabili anche in relazione all’accesso al Fondo di Prevenzione. Occorre anche trovare soluzione alle difficoltà di accesso al Fondo di Prevenzione che si registrano per gli imprenditori protestati segnalati in CRIF (Centrale Rischi Finanziari), ciò anche a causa del disatteso Accordo Quadro siglato con le Banche da rendere effettivamente operativo.
È urgente anche riformare e semplificare la legge n. 3/2012 sul Sovraindebitamento per consentire a migliaia di famiglie di ridurre la propria esposizione debitoria senza vederla, invece, incrementare di giorno in giorno per poter sostenere le crescenti spese primarie necessarie a soddisfare le proprie indispensabili esigenze quotidiane di mera sopravvivenza.
Rendendo tortuoso e costoso l’accesso a tale indispensabile strumento alla popolazione, che dovrebbe, invece, essere sostenuta ed accompagnata in un percorso di totale esdebitamento, il Governo di fatto non pone limiti all’operato di Società Finanziarie di dubbia provenienza. Queste non hanno alcun interesse a verificare l’effettiva capacità restitutoria dei consumatori che si indebitano sempre di più. In altre parole, chi vive in difficoltà viene abbandonato e sovraesposto al rischio di essere intercettato dalle mafie e dalla criminalità organizzata – che sui territori mettono in atto una vera e propria rete di welfare sostitutivo mafioso – pronti ad approfittare con ogni risorsa disponibile delle situazioni di povertà e marginalità ormai dilaganti nella nostra Società.