«L’assenza di una controffensiva culturale e politica mette a rischio la condizione materiale di milioni di persone». Associazioni e forze politiche d’opposizione elaborano un’Agenda sociale
Il 22 aprile scorso si è tenuta a Roma, presso la Casa internazionale delle Donne, l’assemblea tra i promotori dell’Agenda sociale lanciata dalla Rete dei Numeri Pari e i rappresentanti delle forze politiche che l’hanno sottoscritta: M5S, Pd, Si e Up. Proposte concrete elaborate da centinaia di soggetti colpiti dalla crisi, quotidianamente impegnati sulle questioni al centro dell’Agenda: reddito, salario, welfare, casa, accoglienza, genere, lotta a mafie e corruzione. Proposte ancora più urgenti e necessarie dopo 15 anni di crisi che hanno reso l’Italia uno dei Paesi più diseguali d’Europa, come denunciato nell’ultimo rapporto Bes dell’Istat.
Il Def del governo Meloni, la guerra in Ucraina e l’assenza di un’opposizione unitaria in grado di costruire alternative per il Paese e per l’Europa sono i fattori che stanno determinando un ulteriore aumento delle disuguaglianze, dell’insicurezza sociale, dello sconforto e del distacco dei cittadini dalla partecipazione alla politica. In assenza di una controffensiva culturale e politica, a rischio non è solo la condizione materiale di milioni di persone, ma la Repubblica. Perché le destre al governo un progetto ce l’hanno e lo portano avanti: autonomia differenziata e presidenzialismo al posto dell’unità della Repubblica e della democrazia parlamentare, abolizione dello Stato sociale, istituzionalizzazione della povertà, criminalizzazione della solidarietà e suprematismo culturale.
La consapevolezza della fase e la necessità di cambiare le prospettive sono le motivazioni alla base del confronto a cui hanno partecipato Conte, Schlein, Fratoianni, de Magistris, assieme ad altri deputati e dirigenti delle rispettive forze politiche. Perché per ricostruire la partecipazione necessaria all’azione collettiva su proposte concrete c’è bisogno di fiducia e di ascolto, di disponibilità della politica al confronto con le istituzioni sociali, costanza e coerenza sugli impegni presi: tutte condizioni mancate in questi anni. Dall’assemblea è emersa la necessità di una svolta. Non basta sottoscrivere le proposte.
C’è bisogno di una politica organizzata, non volatile, capace sin da subito di dare voce e spazio alla geografia della speranza. I rappresentanti dell’opposizione sociale hanno avanzato tre richieste ai leader dei partiti presenti: opposizione radicale e ostruzionismo per fermare il progetto eversivo dell’autonomia differenziata; mobilitazione contro il Def; costituzione di un Tavolo permanente tra Rete dei Numeri Pari e forze politiche che sostengono l’Agenda sociale.
Tutte le richieste sono state accettate dai partiti. Ma una novità sostanziale è rappresentata dalla costituzione di un Tavolo permanente. Che porterà avanti gli obiettivi dell’Agenda attraverso sei sottogruppi: autonomia, democrazia costituzionale e guerra; diritto all’abitare; politiche industriali, lavoro, salario e riconversione; politiche sociali, disuguaglianze di genere, reddito e fisco; accoglienza; lotta alle mafie.
Una piattaforma intersezionale con una leadership plurale, inclusiva, che unisca concretezza e visione su come affrontare i principali problemi: disuguaglianze, guerre e collasso climatico. Questioni legate tra loro, conseguenza di un modello culturale patriarcale e coloniale. Nessuno può anticipare l’esito del percorso, ma riconoscere che nessuno ce la fa da solo e che abbiamo bisogno di un metodo diverso per costruire consapevolezza e prendere decisioni è una prima buona notizia. Facciamo Eco.
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