I senatori dem e il governo Meloni ritardano lo stop definitivo per soddisfare gli interessi delle multinazionali. Nonostante le organizzazioni denuncino da tempo i danni all’ambiente e alle persone
Di Giuseppe De Marzo – L’Espresso 9 luglio 2023
“L’accesso a un ambiente pulito, sano e sostenibile è un diritto umano universale. È dovere di ogni Stato proteggere la popolazione dall’esposizione all’inquinamento prevenendone l’esposizione.” A stabilirlo, una sentenza storica dell’assemblea generale della NU approvata con 161 voti a favore lo scorso 26 luglio. Su queste basi il Consiglio dell’UE ha invitato la Commissione a promuovere un piano d’azione per eliminare l’utilizzo dei PFAS. Cosa sono? Sostanze chimiche Poli- e Per-fluoroalchiliche prodotte per il mercato globale e per un’infinità di usi. A partire dalla metà del secolo scorso vengono impiegati in una gamma sempre più ampia di prodotti di consumo e di applicazioni industriali, tra cui imballaggi alimentari, abbigliamento, elettronica, aviazione. I PFAS conferiscono proprietà idro e oleorepellenti, garantendo elevata stabilità e resistenza alle alte temperature. Caratteristiche possibili grazie al legame carbonio-fluoro, considerato indissolubile e persistente nell’ambiente al punto da definire i PFAS “sostanze chimiche per sempre”.
Il loro utilizzo ha creato un’eredità tossica irreversibile. L’inquinamento chimico nel mondo ha superato i limiti di sicurezza. I PFAS si accumulano nel nostro corpo e in quello dei nostri figli, alimentando la riduzione della biodiversità, inquinando le nostre sorgenti. L’estrema persistenza, la mobilità e il loro uso diffuso hanno portato alla contaminazione globale di acqua, aria, suolo, fauna selvatica e popolazioni umane. Una calamità mondiale che in Europa colpisce soprattutto il nostro paese. In particolar modo Piemonte, a causa delle attività della multinazionale Solvay, e Veneto, per quelle legate alle emissioni della Miteni. In quest’ultimo caso sono addirittura 350 mila le persone vittime dell’inquinamento dei PFAS presenti nell’acqua potabile.
Da tempo scienza, comitati, movimenti, associazioni ambientaliste chiedono la messa al bando della produzione dei PFAS. Nella precedente legislatura è stato presentato dall’ex senatore Crucioli il ddl “Norme per la cessazione della produzione e dell’impiego dei PFAS”. Una buona proposta che fa proprie le ragioni della scienza e dei cittadini per impedire catastrofi future superiori a quelle già in corso.
La cattiva notizia è che il ddl Crucioli in questa legislatura è stato messo da parte. Pochi giorni fa alcuni senatori PD, tra cui Crisanti e Lorenzin, hanno presentato un nuovo ddl che propone “un graduale percorso di uscita per le azione che utilizzano i PFAS fino a uno stop definitivo per quelle non essenziali, comunque in linea con le direttive europee”. L’effetto è stato quello di ritardare la scelta urgente di mettere al bando sostanze pericolose per la salute e il nostro futuro. Evidentemente le ragioni della Solvay, che in Italia produce i PFAS, devono essere per i senatori del Pd e per il governo Meloni molto forti e convincenti. Continuare a ritardare gli interventi di cui abbiamo bisogno dimostra ancora una volta che gli interessi legati ad uno sviluppo insostenibile e distruttivo sono più forti di quelle della Costituzione che garantisce il diritto alla salute pubblica ed alla sicurezza.
Le centinaia di organizzazioni ambientaliste impegnate a chiedere la messa al bando dei PFAS denunciano Direttive europee sempre più edulcorate ed aleatorie. Per questo stanno pensando di aprire una class action contro la Solvay in Italia per risarcire le vittime. Come avvenuto già in altri paesi. Il colosso chimico statunitense 3M ha ad esempio patteggiato un accordo per risarcire con 10,3 miliardi di dollari le vittime provocate proprio dall’inquinamento idrico di queste sostanze. L’obiettivo è l’eliminazione dei PFAS utilizzati nei prodotti di consumo entro il 2025 e la loro messa al bando entro il 2030. Facciamo Eco!