La vittoria di Trump e i conti con la società: “dobbiamo prendere atto che le democrazie per come le conosciamo, sono uscite dalla fase della crisi e sono entrate in quella della morte cerebrale”
di Raffaele Crocco – ATLANTE DELLE GUERRE
Mentre la sinistra italiana è tutta preoccupata dalla vittoria di Trump (Fight! Il suo grido di battaglia…) con valorosi assessori comunali che si dichiarano pronti alla vigilanza democratica, la destra prosegue con il suo giro di vite per ridurre la libertà di espressione.
La brutta notizia è che non sarà questa sinistra a contrastarla.
Negli ultimi decenni partiti e sindacati di sinistra si sono concentrati molto sulla correttezza del linguaggio nella convinzione che siano le parole a costruire il mondo e la narrazione è diventata la bussola della sinistra.
Allo stesso tempo, convinta da Fukuyama che la storia fosse finita con il crollo del Muro e ammaliata da Giddens che non ci fossero alternative al neoliberismo, la sinistra ha bandito il conflitto e la lotta sociale dal proprio orizzonte.
È nato così uno strano animale politico tra il bacchettone e il salottiero capace solo di redarguire il prossimo circa le buone maniere da tenere a tavola, ma incapace di connettersi con le istanze popolari (da qui le reazioni inconsulte di questa sinistra rispetto alla richiesta di maggiore sicurezza che emerge dalle periferie).
Anziché ripartire dalle basi del semplice vivere civile e della buona educazione, la sinistra si è concentrata ossessivamente sul linguaggio nella convinzione che una parola violenta generi un gesto violento. E a forza di insistere sulla necessità di addomesticare il linguaggio cercando di bandire ogni riferimento alla violenza, al conflitto, all’odio (si ricorda qui il demenziale pamphlet di Veltroni Odiare l’odio), ha regalato alla destra uno straordinario potere censorio e repressivo.
Solo così ci spieghiamo la dichiarazione raggelante del capogruppo di Fdl alla Camera dei deputati, Tommaso Foti contro Landini: «Stia molto attento Landini a incitare alla rivolta sociale perché integra gli estremi di un reato, oltre a perdere totalmente la faccia»
Che i proclami di insurrezione di Landini siano esilaranti come dice lo stesso Toti è fuori di dubbio, ma la minaccia è chiara: con il DDl sicurezza del governo Meloni sono a rischio la libertà di espressione e la libertà sindacale.
Il conflitto, la violenza, l’odio che la sinistra voleva cacciare fuori dalla storia a parole, sta per essere represso fisicamente dalla destra.
Purtroppo non sarà certo questa sinistra salottiera e moralista a fermare la reazione, ma forse adesso qualcuno capirà la differenza tra parola e azione.