La sperimentazione del reddito di base finlandese procede come previsto, tuttavia, dopo la richiesta di continuare il progetto allargando la platea, il governo anticipa le sue intenzioni dichiarando di non volerlo prolungare. Da gennaio 2017, un campione casuale di 2.000 disoccupati di età compresa tra 25 e 58 anni ha ricevuto un reddito di base incondizionato di 560 euro mensili. Tutti i destinatari, anche coloro che nel contempo hanno trovato lavoro, hanno continuato a ricevere lo stesso importo.
Secondo Kela, l’agenzia di sicurezza sociale finlandese, che sta curando la sperimentazione, i risultati cominceranno ad essere analizzati solo all’inizio del 2019 (data già concordata per la fine della sperimentazione) e alla loro pubblicazione all’inizio del 2020. Malgrado dunque non vi siano ancora i risultati definitivi della sperimentazione, il governo ha rifiutato la richiesta di finanziamenti extra da parte di Kela, di altri 40 milioni di euro, necessari ad estendere la sperimentazione ed ampliare la platea. Infatti Kela avrebbe voluto iniziare la sperimentazione anche sulle persone in attività lavorativa.
Come già noto, lo scopo dell’esperimento è valutare il comportamento dei partecipanti (al momento solo disoccupati) in termini di approccio all’occupazione, al risparmio economico in merito ad altri sistemi di sostegno al reddito e alle forme di inserimento sociale e di auto attivazione delle persone. A tal fine vengono presi in considerazione questionari e interviste, ma solo quando l’esperimento sarà finito, dicono da Kela, si avranno i risultati ufficiali di come è andata la sperimentazione. “La tempistica della raccolta dei dati richiede una pianificazione dettagliata e una valutazione dei fattori e dei criteri da analizzare, nonché una valutazione dell’impatto potenziale delle varie fasi dell’esperimento” ricorda Kela. Tuttavia, il governo di centro destra finlandese ha ribadito l’intenzione di non dare seguito alla sperimentazione dopo il 2018. Infatti, secondo Miska Simanainen, ricercatrice di Kela, “in questo momento, il governo vorrebbe apportare cambiamenti alla stessa sperimentazione”, verso un “modello di attivazione al lavoro” più simile alle misure di workfare come l’universal credit inglese che ha ridotto di gran lunga le misure di sostegno al reddito presenti nel paese da decenni. Questa misura introdotta nel 2013 prima e poi aggiornata nel 2015, è stata il punto centrale nella riforma del welfare inglese. Infatti l’ universal credit ha eliminato 6 forme di sostegno al reddito (dai benefici per l’affitto al sussidio di disoccupazione) riducendola ad un’unica misura meno generosa dal punto di vista economico e molto condizionata, sia per l’accesso che per l’obbligo ad accettare qualsiasi lavoro proposto dai job center.
Le modifiche proposte dal governo finlandese dunque vorrebbero introdurre alcune restrizioni destinate in particolare a ridurre il sistema dei benefit dell’assistenza sociale, in particolare se i beneficiari alle misure di welfare non dimostrano di lavorare almeno 18 ore ogni tre mesi. Questi cambiamenti subentrano anche per la fase di sperimentazione del reddito di base e non corrispondono, anzi sono totalmente contrapposti, a quelle che erano le indicazioni iniziali per sperimentare il reddito di base. Infatti Kela ricorda che le modifiche alla sperimentazione avrebbero dovuto allargare la platea delle persone ed arrivare ad includere anche coloro che hanno un lavoro, consentendo cosi di acquisire informazioni utili sulla capacità\possibilità delle persone di poter cambiare anche lavoro o scegliere di fare altre esperienze di vita, come la formazione o riprendere percorsi educativi.
Secondo Olli Kangas , uno dei responsabili di Kela per la sperimentazione del reddito di base, poter rinnovare la sperimentazione significherebbe “avere più tempo e più denaro per ottenere risultati più affidabili”. Purtroppo, sempre secondo Kangas, “sembra che l’entusiasmo iniziale del governo stia evaporando” e virare proprio ora e senza avere a disposizione i risultati finali, verso un’ universal credit come in Inghilterra “è deludente” dice alla BBC.
L’idea iniziale della sperimentazione era arrivare anche ad includere altre valutazioni, come ad esempio in Ontario in Canada, in cui gli obiettivi fossero anche comprendere come e se le condizioni di vita delle persone migliorino ad esempio in merito alla cura ed alla salute, all’istruzione, alla sicurezza economica, alle forme di attivazione sociale o lavorativa etc. In Finlandia invece, non realizzando un ulteriore periodo sperimentale, pare che l’obiettivo sia solo quello di verificare se le persone entrano nel mondo del “lavoro formale” o meno.
Dunque il governo di centro destra pare deciso a non allargare la platea dei beneficiari e continuare la sperimentazione, e pur non avendo ancora i risultati definitivi (che si avranno come detto solo a fine progetto dunque nel 2019) sembra deciso a seguire le formule inglesi del universal credit, una unica misura di sostegno al reddito con l’obbligo ad accettare qualsiasi lavoro.
Maggiori informazioni su:
Il sito ufficiale di KELA e della sperimentazione del reddito di base
I primi risultati non ufficiali della sperimentazione
L’esperimento reddito di base continuerà per un altro anno – Analisi degli effetti avrà inizio nel 2019 , Kela, 25 ° gennaio 2018
Esperimento Basic Income al punto a metà strada, Kela, 18 ° dicembre 2017 Kate McFarland
Finlandia: primi risultati dello studio pilota? Non esattamente , Basic Income News, 10 ° Maggio 2017
La Finlandia sta uccidendo il suo esperimento di reddito di base di fama mondiale, Business Insider – Nordic, 20 ° aprile 2018