Ancora non riusciamo a toglierci dagli occhi le terribili immagini dello sgombero di via Cardinal Capranica. Una ferita indelebile che rimarrà impressa- come una cicatrice – nel cuore delle tante bambine e bambini, nonché delle numerose famiglie deportate, così come nell’animo di tutti coloro che resistono, conservando la propria umanità, all’ingiustizia profonda della guerra contro i poveri.
Ma già nuove ferite e nuove deportazioni vengono annunciate per le prossime settimane. Parliamo chiaramente dello sgombero dei palazzi occupati per necessità di via del Caravaggio e di via Antonio Tempesta.
A via del Caravaggio, 130 famiglie, oltre 70 minori tutti iscritti nelle scuole della zona e integrati nel tessuto sociale ed umano dell’Ottavo Municipio. Ancora una volta si annuncia un’aggressione “manu militari” che viene spacciata come prioritaria pur in assenza di soluzioni. Senza che si sia dialogato, neppure un minuto, con le famiglie coinvolte e con i soggetti che negli anni hanno vissuto nel territorio con queste persone.
Infatti a nulla sembrano essere valsi gli appelli del presidente del municipio Amedeo Ciaccheri, la visita dell’Assessore Regionale alle Politiche Abitative Valeriani, la vicinanza del parroco della contigua chiesa dei martiri dell’Uganda, la raccolta firme dalle scuole del territorio, la presenza continua e la vicinanza espressa dalle associazioni anti mafia, dai sindacati, dalla città solidale. Di nuovo sembra prevalere il ricatto della forza sulla ricerca di soluzioni dignitose.
E quando diciamo ‘dignitose’, non stiamo sicuramente parlando di quanto emerso con il ‘modello Cardinal Capranica’, laddove un esiguo numero di famiglie sgomberate è stata ricollocata in centri di accoglienza gestiti da Onlus coinvolte in Mafia Capitale, fatiscenti ed infestati dai parassiti per un solo mese. ‘Soluzioni’ che ingrassano il business dell’accoglienza e offendono la dignità delle persone coinvolte, anziché optare per il passaggio da casa a casa e avere cura della continuità alloggiativa, lavorativa, scolastica, sanitaria di chi già si trova a subire il trauma dello sgombero.
È necessario opporsi a questa follia con ogni mezzo necessario. Fiumi di inchiostro e di parole sono già stati spesi, ora è tempo di gesti concreti e forti. Per questo facciamo appello alla città – associazioni, amministratori, solidali, cittadini – a chi non si vuole arrendere al sopravvento della barbarie.
Chiediamo a questo pezzo di città di venire a vivere con noi per tutto il mese di agosto a via del Caravaggio. Si sta allestendo per questo uno spazio per ospitare tutti coloro che vogliono unirsi agli abitanti che vivono nello stabile di proprietà della signora Armellini, nota figlia d’arte di famiglia palazzinara, spesso vicina alle amministrazioni che si sono succedute negli anni in città.
Già tante disponibilità stanno arrivando.
Le famiglie di via del Caravaggio del resto sono coscienti del pericolo che incombe sulle loro vite, ma non sono disponibili a fare nessun passo indietro. Non solo per l’assenza di soluzioni, ma anche coscientemente per reagire alla vergogna di una politica che li usa brutalmente come oggetto di una propaganda elettorale armata, giocata con violenza sulla pelle dei bambini e dei poveri. Respingiamo Salvini e la sua marcia su Roma costruita sugli sgomberi, sulle deportazioni, sulle schedature del ‘nemico di turno’. Rifiutiamo la criminalizzazione delle pratiche di solidarietà e lotta che il Decreto Sicurezza Bis, che sta per essere convertito in legge, cerca definitivamente di sdoganare.
Lottiamo uniti e solidali per un presente ed un futuro radicalmente diversi. Difendere Caravaggio, dopo la muscolare azione con soluzioni raccogliticce vista a Primavalle, significa difendere stabili occupati e spazi sociali minacciati di sgombero. Riuscirci non è un optional, è una condizione irrinunciabile per difendere gli spazi abitativi e sociali di questa città.
Ci vediamo a via del Caravaggio!
#ROMANONSICHIUDE #STOPSGOMBERI
Movimento per il diritto all’abitare