Proposta 5 – Stop all’autonomia differenziata

DICHIARAZIONE CONCLUSIVADELL’ASSEMBLEA NAZIONALE PER IL RITIRO
DI QUALUNQUE AUTONOMIA DIFFERENZIATA 

L’unità della Repubblica è oggi in pericolo, rimessa in causa dalle richieste di “autonomia differenziata” che alcune Regioni hanno presentato. Non è la prima volta, negli ultimi vent’anni, che ci troviamo di fronte a proposte che vanno nel senso della “devolution”, dell’“autonomia”, del “decentramento”. Tuttavia, specialmente grazie alla reazione della popolazione, in particolare con il referendum sulla “devolution” del giugno 2006, queste proposte non si sono mai realizzate pienamente. Oggi invece ci troviamo di fronte ad un pericolo concreto, imminente: il governo intende dar seguito alle richieste delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che pretendono di applicare la riforma del Titolo V della Costituzione per andare verso una vera e propria regionalizzazione, che di fatto si configura come l’attacco più insidioso e indiretto all’unità del Paese finora perseguito. 

Le bozze di Intese Stato-Regioni circolate e pubblicate nei mesi scorsi prevedono infatti che tutta una serie di materie che vanno dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente alle infrastrutture, dal lavoro ai contratti, dalla ricerca scientifica ai beni culturali, dai servizi fino a giungere addirittura ai rapporti internazionali e con l’UE passino alle Regioni. 

Dietro queste Regioni, altre si candidano fin d’ora ad intraprendere la stessa strada (Piemonte, Friuli, Umbria, Basilicata…), in una corsa alla divisione che innescherebbe un processo pericoloso, dal quale sarebbe molto difficile tornare indietro, con conseguenze che possono diventare tragiche. 

Il pericolo per l’unità della Repubblica è evidente. 

Essa non è infatti un concetto astratto, né un’acquisizione storica al riparo da ogni pericolo. Al contrario, l’unità del Paese e della Repubblica si fonda sulle leggi uguali per tutti i cittadini, sui contratti nazionali, su infrastrutture nazionali, sul sistema di tassazione nazionale, sull’uguaglianza dell’accesso ai servizi pubblici, alla sanità, alle pensioni, alla sicurezza sul lavoro. 

In questo senso, l’autonomia differenziata liquida definitivamente tutto ciò che tiene unito il Paese ed è finalizzato all’interesse generale. Principi e diritti sociali previsti nella I^ parte della Costituzione di fatto verrebbero annullati. 

E se questo porterebbe subito a far sprofondare le Regioni del sud (alienate dalla perequazione e colpite dalla clausola che l’operazione dovrà essere portata avanti “senza oneri aggiuntivi” per lo Stato: a costo zero si abbatteranno uguaglianza, solidarietà, democrazia e l’unità stessa della Repubblica), nondimeno colpirebbe i cittadini del nord. Nella nostra assemblea abbiamo potuto constatare ciò che avevamo già cominciato ad analizzare nei mesi scorsi: tutti sarebbero colpiti attraverso la rimessa in causa dei contratti nazionali, dei servizi, dell’accesso agli stessi diritti. 

Rivolgiamo dunque un appello a tutte le forze politiche, sociali, democratiche del Paese per una forte azione unitaria per fermare il percorso dell’Autonomia differenziata. In particolare, lancia un appello a tutti i sindacati per una grande manifestazione unitaria che porti a Roma, nel più breve tempo possibile, centinaia di migliaia di cittadini, per il “ritiro di qualunque progetto di autonomia differenziata”. 

Si impegna nella costituzione di Comitati locali di scopo per il ritiro di ogni forma di Autonomia differenziata, che facciano crescere la consapevolezza del pericolo di ogni provvedimento che mini alle fondamenta la prima parte della Costituzione repubblicana, i diritti universali e le conquiste dei lavoratori. Si impegna a diffondere e a far sottoscrivere queste considerazioni conclusive anche ai gruppi, alle Associazioni, ai Coordinamenti ed ai singoli che oggi non hanno potuto essere presenti. 

 

Per adesioni e informazioni potete scrivere a: info@lipscuola.it  manifestodei500@gmail.com o visitare i siti http://manifestodei500.altervista.org o http://lipscuola.it/blog/